Pescara, inchiesta Aca: dieci sindaci-soci sfilano in questura

Primi cittadini sentiti come testimoni sulla gestione del servizio idrico. Acquisiti bilancio e atti di controllo dell’Ato

PESCARA. I rapporti tra l’Aca e i suoi soci, il bilancio e la gestione dell’azienda che si occupa dell’acqua in 64 Comuni: è per questo che una decina di sindaci del Pescarese e del Teramano sono sfilati in questura nelle vesti di testimoni, come persone informate sui fatti, per approfondire, chiarire o illustrare alcuni aspetti della gestione dell’azienda il cui presidente Ezio Di Cristoforo è stato coinvolto in un’inchiesta per presunte tangenti. Un nuovo tassello va ad aggiungersi così alle difficoltà dell’azienda che, da luglio, non ha più una guida sicura in seguito all’inchiesta della Forestale e della squadra Mobile che ha portato all’arresto ai domiciliari del suo presidente – oggi all’obbligo di dimora – l’uomo di area Pd che era stato rieletto proprio un anno prima al vertice dell’azienda. Di Cristoforo, poi, si è sospeso ma l’inchiesta, che contava vari filoni tra cui anche le case Ater di Chieti, deve aver fatto emergere tra i 64 sindaci soci spaccature prima sopite portando, ad esempio, alle dimissioni del consigliere sempre di area Pd Concetta Di Luzio e facendo venire a galla una serie di problemi tra cui i conti dell’azienda: da un lato i debiti di circa 105 milioni di euro e dall’altro i crediti di circa 77 milioni esigibili, per l’azienda, nel tempo record e inverosimile di 12 mesi. Così, è solo negli ultimi mesi che il marasma che nasconde l’Aca, l’azienda da sempre etichettata come il “partito dell’acqua”, è emerso animando, com’è accaduto nell’ultima riunione informale, lo scontro tra i sindaci di centrosinistra, la presa di distanza di quelli del centrodestra come Pescara e Chieti e con un solo uomo al comando, Giuseppe Di Michele (di area Pdl), seduto al tavolo da vice presidente dell’Aca ma con il mandato, in realtà, scaduto: il cda dell’Aca, sulla carta, non c’è più.

Sindaci ascoltati e atti acquisiti. E’ anche per questo che i sindaci Katja Baboro di Torrevecchia Teatina, Vincenzo D’Ottavio di Ortona, Gabriele Astolfi di Atri, Luciano Monticelli di Pineto, Gabriele Florindi di Città Sant’Angelo, Lanfranco Chiola di Cugnoli, Antonello Linari di Torre de’ Passeri, Luciano Lattanzio di Tocco da Casauria e altri sono stati convocati in questura per spiegare il rapporto dei Comuni che presiedono con l’ente che gestisce l’acqua e soffermarsi sull’aspetto economico finanziario dell’Aca. Nel frattempo sono proseguite da parte degli investigatori le acquisizioni tra cui il bilancio dell’Aca e gli atti di controllo dell’Ato. «Sono stata ascoltata in questura ma non posso aggiungere altro», dice Baboro di Torrevecchia Teatina, uno dei Comuni soci al di fuori della Provincia di Pescara. Sull’Aca e sulla sua situazione di stallo spiega però: «Il nostro Comune vanta un credito di 600 mila euro e io penso soltanto a fare l’interesse del mio paese. All’inchiesta ci penserà la magistratura, quello che invece mi auguro per il mio Comune è che si cambi perché in questa maniera non si può più andare avanti».

Anche il sindaco di Pineto dice di essere stato ascoltato ma spiega però di avere un rapporto marginale con l’Aca perché, come illustra Monticelli, «i miei servizi sono soprattutto gestiti dalla Ruzzo: è difficile che io frequenti l’Aca».

Verso l’assemblea dei soci. I soci dell’Aca, intanto, torneranno a riunirsi in prima convocazione il 28 ottobre alle 16. All’ordine del giorno, «la definizione delle modalità di risoluzione del rapporto con il presidente Di Cristoforo, la presa d’atto delle dimissioni del consigliere Di Luzio, l’approvazione della bozza di regolamento per la nomina dei componenti del cda e del consiglio». Una seconda riunione è fissata al 22 novembre nella sede Aterno dell’Unione industriali in via Raiale. Ma è polemica sull’incontro che dovrebbe sancire il rinnovo del cda perché alcuni sindaci lamentano che quella convocazione è stata fatta da un cda che non esiste più e in cui il vice presidente non è in carica.

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