Pescatori: "Basta con le promesse"

Nuovo blocco dell'asse attrezzato. «Dobbiamo sfamare le famiglie»
PESCARA. «Non so se qualcuno se n'è accorto, ma al porto di Pescara è un anno che non arrivano più le navi commerciali. Abbiamo perso tutto il traffico che avevamo. Questa è una situazione che ha un solo precedente: il bombardamento degli alleati e le mine dei tedeschi». La rabbia e la disperazione di una marineria al collasso si riflette nelle parole dell'imprenditore Bruno Santori e affiora sui volti bruciati dal sole dei pescatori. La fiducia nei confronti delle istituzioni è ridotta al lumicino. Non c'è un filo di speranza tra gli oltre cento rappresentanti della marineria riuniti ieri sotto la sede della prefettura in vista dell'incontro con il sottosegretario all'Ambiente Giampiero Catone.
«Con le chiacchiere non si risolve nulla, sono mesi che discutiamo inutilmente con i politici», Krescimir Orsini, che profetizza: «Anche stavolta non otterremo nulla, tenteranno di riportare la calma e guadagnare tempo. L'unica soluzione è alzare la voce e bloccare la città, ma senza sfociare in azioni violente». Alle 12.30 in punto uno dei rappresentanti dei portuali al tavolo delle trattative, Mimmo Grosso, perde la pazienza, dà lo stop alle mediazioni e scende in strada: «Di sopra vogliono prenderci in giro», urla ai suoi, «andiamo a bloccare l'asse attrezzato». Dopo la protesta di mercoledì scorso, sfociata in una sassaiola, i marittimi bloccano per la seconda volta l'arteria vitale della città. Un'ora di rallentamenti per le strade del centro cittadino, con file chilometriche a causa del nuovo blocco. In mattinata c'era stata qualche coda intorno alle 11.30, nel tratto viario da piazza Unione alla sede della prefettura, durante i minuti in cui i pescatori e gli armatori hanno percorso a piedi il ponte Risorgimento.
«Adesso basta», rimarca un altro pescatore, Lino Savini. «Siamo tutti in passivo da mesi e non possiamo attendere altro tempo. Chiediamo che ci mettano in condizioni di lavorare e portare a casa il pane per le famiglie». I problemi di ordine pubblico e i disagi nella viabilità hanno l'effetto sperato: al termine dell'ultimo vertice istituzionale della giornata, la marineria incassa la tanto attesa firma dell'ordinanza per la chiusura parziale del porto. Il blocco stradale può sciogliersi intorno alle 13.30, salutato da un lungo applauso dei portuali. Soddisfatti per l'importante risultato raggiunto e in segno di distensione nei confronti degli amministratori, i pescatori possono dirigersi verso il molo sud per spostare le barche che da tre giorni ostruivano l'imbocco dello scalo.
«Con le chiacchiere non si risolve nulla, sono mesi che discutiamo inutilmente con i politici», Krescimir Orsini, che profetizza: «Anche stavolta non otterremo nulla, tenteranno di riportare la calma e guadagnare tempo. L'unica soluzione è alzare la voce e bloccare la città, ma senza sfociare in azioni violente». Alle 12.30 in punto uno dei rappresentanti dei portuali al tavolo delle trattative, Mimmo Grosso, perde la pazienza, dà lo stop alle mediazioni e scende in strada: «Di sopra vogliono prenderci in giro», urla ai suoi, «andiamo a bloccare l'asse attrezzato». Dopo la protesta di mercoledì scorso, sfociata in una sassaiola, i marittimi bloccano per la seconda volta l'arteria vitale della città. Un'ora di rallentamenti per le strade del centro cittadino, con file chilometriche a causa del nuovo blocco. In mattinata c'era stata qualche coda intorno alle 11.30, nel tratto viario da piazza Unione alla sede della prefettura, durante i minuti in cui i pescatori e gli armatori hanno percorso a piedi il ponte Risorgimento.
«Adesso basta», rimarca un altro pescatore, Lino Savini. «Siamo tutti in passivo da mesi e non possiamo attendere altro tempo. Chiediamo che ci mettano in condizioni di lavorare e portare a casa il pane per le famiglie». I problemi di ordine pubblico e i disagi nella viabilità hanno l'effetto sperato: al termine dell'ultimo vertice istituzionale della giornata, la marineria incassa la tanto attesa firma dell'ordinanza per la chiusura parziale del porto. Il blocco stradale può sciogliersi intorno alle 13.30, salutato da un lungo applauso dei portuali. Soddisfatti per l'importante risultato raggiunto e in segno di distensione nei confronti degli amministratori, i pescatori possono dirigersi verso il molo sud per spostare le barche che da tre giorni ostruivano l'imbocco dello scalo.
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