Pettinari: che spreco, una vergogna

Il consigliere M5S che ha denunciato il caso: la Regione non intervenne
PESCARA. «Una vergogna». Il consigliere regionale del M5S Domenico Pettinari è stato il primo, nel 2014, a denunciare la storia del palazzo di via Rigopiano. A distanza di tre anni, non ha cambiato idea: «Una follia. Chiesi addirittura alla Regione di ordinare alla Asl di bloccare l’operazione d’acquisto ma nessuno mi rispose».
Consigliere, secondo gli inquirenti anche le intercettazioni alimentano i sospetti sull’acquisto del palazzo: è così anche per lei?
«La Asl aveva e ha ancora strutture vuote, di proprietà, e in queste strutture avrebbe potuto trasferire gli uffici amministrativi e di staff senza comprare altri immobili. Perché non lo ha fatto? Questa scelta a me insospettisce. Così si spendono soldi pubblici per cose che non servono: è una vergogna che non smetterò mai di combattere».
È stato lei, con un esposto, a far partire l’inchiesta: perché presentò la denuncia e quali sono i punti che ritiene critici?
«Presentai io la denuncia all’autorità giudiziaria dopo aver scoperto che si stava acquistando un palazzo fatiscente da un privato al triplo del costo che lo stesso privato aveva pagato due anni prima. Nonostante il fatto che la Asl avesse degli spazi liberi e di proprietà. Inoltre, scoprii che, oltre al costo d’acquisto di circa 3 milioni, si stavano stanziando ulteriori 4 milioni per la ristrutturazione dello stesso palazzo. Una follia. Chiesi alla Regione di ordinare alla Asl il blocco dell’operazione d’acquisto ma nessuno mi rispose».
Per i commenti su questa storia, lei è in causa con il governatore Luciano D’Alfonso che le ha chiesto 200 mila euro di danni: se potesse tornare indietro presenterebbe ancora la denuncia o si farebbe i fatti suoi?
«Certo che la presenterei ancora. Un amministratore pubblico ha il dovere di denunciare fatti degni di attenzione all’autorità giudiziaria. Sulla richiesta danni sono onorato di aver ricevuto un attacco così forte da D’Alfonso per la mia attività. Lo considero un atto intimidatorio ma mi dà la certezza che sto facendo il mio dovere fino in fondo, che siamo sulla strada giusta e facciamo paura a qualcuno».
Ora la Asl si ritrova con un palazzo cadente e servirebbero altri 4 milioni per i lavori: cosa ne farebbe lei?
«Utilizzerei quell’edificio per alleggerire il carico di utenza nei reparti, non certo per uffici». (p.l.)
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