Pianella, il Tar boccia la scuola Hopera

PIANELLA. Non si farà la scuola privata, dell'infanzia e primaria, nel capannone artigianale di via Fontanoli, a Pianella, che la società Hopera aveva scelto per realizzare un nuovo complesso per...

PIANELLA. Non si farà la scuola privata, dell'infanzia e primaria, nel capannone artigianale di via Fontanoli, a Pianella, che la società Hopera aveva scelto per realizzare un nuovo complesso per attività didattiche. Il Tar ha respinto il ricorso contro il “no” del Comune alla variante urbanistica del fabbricato, di 1700 metri quadrati, da produttivo a uso culturale. Prosegue dunque la guerra a colpi di ordinanze, dinieghi e ricorsi tra l'amministrazione comunale di Pianella e la scuola privata locale che lo scorso gennaio è stata pure sfrattata da una sede provvisoria di via Quercia dell'Ompiso, per l'inagibilità dei locali che ospitavano i 31 alunni dell'istituto. Anche quella volta era stato il Tar a confermare lo sfratto ordinato dal sindaco Giorgio D'Ambrosio, non essendo i locali adibiti allo svolgimento di attività didattiche, ma commerciali. La storia si ripete con il recente provvedimento del tribunale amministrativo che ha rigettato la richiesta della società Hopera di annullamento del diniego al cambio di destinazione del capannone di Fontanoli. «La sentenza del Tar ci ha dato ragione», afferma il sindaco D'Ambrosio, « il parere contrario alla variante è stato espresso in quanto l’attività di istruzione è incompatibile con un’area a vocazione industriale, dove difficilmente verrebbero rispettati i parametri sulla sicurezza e zonizzazione acustica a tutela degli studenti». Secondo il primo cittadino già dalla relazione predisposta lo scorso marzo dal servizio tecnico comunale era emerso «che il contesto dell’intervento pone problemi di compatibilità ambientale rispetto all’attività di servizi che si intendeva svolgere». Il fabbricato in questione è una porzione di un'ex industria manifatturiera, inserita in un agglomerato produttivo, dove sono insediate imprese di lavorazione del marmo e di impiantistica. «Sono attività che non si conciliano con una scuola d’infanzia e primaria», conclude D'Ambrosio, «da un rilevamento acustico è emerso che alla zona si potrebbe attribuire una classe 3, in contrasto con la norma regionale che impone per edifici scolastici classe 1. Per motivi tecnici e igienico-sanitari abbiamo ritenuto opportuno dire no alla variante. Siamo convinti che le scuole private possano convivere con le pubbliche. Alla società Hopera ricordiamo la presenza di location più idonee e la invitiamo ad avanzare proposte concrete che siamo pronti ad accogliere”.

Gabriella Di Lorito

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