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Picchia la convivente, arrestato
Botte per gelosia, i vicini sentono la lite e chiamano le forze dell'ordine
MONTESILVANO. Divorato dalla gelosia, ha ossessionato la sua convivente senza darle un attimo di tregua e poi ha cominciato anche a picchiarla. La convivenza tra i due, iniziata circa nove mesi fa sotto i migliori auspici, era diventata un incubo e ieri c'è stato l'epilogo, con l'arresto dell'uomo, che ha 36 anni, per maltrattamenti in famiglia e percosse.
A eseguirlo sono stati i carabinieri della compagnia di Montesilvano, coordinati dal capitano Enzo Marinelli, su richiesta del pm D'Agostino e su disposizione del gip De Matteis. I militari dell'Arma sono intervenuti in casa dei due dopo l'ennesima lite. Era il 4 luglio. A chiamare il 112 sono stati i vicini di casa, quando hanno capito che la situazione stava degenerando. I due avrebbero litigato per motivi banali. Lui ha afferrato la convivente, le ha dato un calcio e poi uno schiaffo al volto.
Alla vista del sangue la donna, che ha 30 anni e una bambina nata da una precedente relazione, ha tentato di fuggire con la piccola. L'uomo l'ha inseguita e convinta a rientrare in casa. Una volta dentro, però, ha alzato le mani, colpendola in testa. Non si è fermato neppure di fronte alla bimba, che la donna aveva in braccio.
Quando sono arrivati i carabinieri la tensione era ancora alta. I militari hanno raccolto la denuncia della vittima e hanno avviato gli accertamenti. L'uomo, a quanto pare, aveva già maltrattata la donna in passato e sembra che a ossessionarlo fosse la gelosia. Era così possessivo nei confronti della convivente che non le permetteva neppure di chiudersi in bagno. All'oppressione psicologica si è aggiunta poi la violenza fisica, tant'è che qualche tempo fa le avrebbe anche perforato un timpano e procurato diversi ematomi.
La convivenza, iniziata a novembre 2009, è andata avanti fino al 4 luglio. I carabinieri hanno informato la magistratura e il tribunale ha disposto l'arresto, allontanando l'uomo dalla casa in cui la coppia ha vissuto.
A eseguirlo sono stati i carabinieri della compagnia di Montesilvano, coordinati dal capitano Enzo Marinelli, su richiesta del pm D'Agostino e su disposizione del gip De Matteis. I militari dell'Arma sono intervenuti in casa dei due dopo l'ennesima lite. Era il 4 luglio. A chiamare il 112 sono stati i vicini di casa, quando hanno capito che la situazione stava degenerando. I due avrebbero litigato per motivi banali. Lui ha afferrato la convivente, le ha dato un calcio e poi uno schiaffo al volto.
Alla vista del sangue la donna, che ha 30 anni e una bambina nata da una precedente relazione, ha tentato di fuggire con la piccola. L'uomo l'ha inseguita e convinta a rientrare in casa. Una volta dentro, però, ha alzato le mani, colpendola in testa. Non si è fermato neppure di fronte alla bimba, che la donna aveva in braccio.
Quando sono arrivati i carabinieri la tensione era ancora alta. I militari hanno raccolto la denuncia della vittima e hanno avviato gli accertamenti. L'uomo, a quanto pare, aveva già maltrattata la donna in passato e sembra che a ossessionarlo fosse la gelosia. Era così possessivo nei confronti della convivente che non le permetteva neppure di chiudersi in bagno. All'oppressione psicologica si è aggiunta poi la violenza fisica, tant'è che qualche tempo fa le avrebbe anche perforato un timpano e procurato diversi ematomi.
La convivenza, iniziata a novembre 2009, è andata avanti fino al 4 luglio. I carabinieri hanno informato la magistratura e il tribunale ha disposto l'arresto, allontanando l'uomo dalla casa in cui la coppia ha vissuto.
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