POLITICI IN CONCLAVE E ODORE DELLA PECORA

In politica va di moda il conclave, una sorta di ritiro spirituale che dovrebbe servire a chiarirsi le idee sui temi più scottanti del momento. Naturalmente l’Abruzzo non è da meno di nessuno: venerdì si è chiuso a Rigopiano il raduno del centrodestra, mentre da ieri sono in ritiro all’Immacolata di Pescara i rivali (si fa per dire) del Partito Democratico. E da oggi, nel verde di Villa Petruzzi a Francavilla, gran consulto dei saggi chiamati dal governo a formulare la milionesima ipotesi di riforma della Costituzione.

Nulla da dire su questi pensosi ritrovi. Se non che, a giudizio del sottoscritto, appaiono un po’ fuori dal corso della storia. L’obiezione mi sorge spontanea leggendo quanto va dicendo da sei mesi, cioè da quando è stato eletto, un signore che di conclavi se ne intende, José Maria Bergoglio, colui che proprio nell’ultimo conclave è entrato cardinale ed è uscito Papa. Francesco non si stanca di esortare i suoi a uscire dai palazzi per andare in mezzo al popolo, ammonendo i preti che «nelle mani del pastore di deve sentire l’odore della pecora». Ovviamente lui stesso è il primo a dare il buon esempio, con frequentazioni quotidiane che riguardano molto più la povera gente che i soliti potenti del mondo. Ora, se la politica ha un problema, è proprio la distanza che troppo spesso si avverte dai problemi quotidiani della gente comune, distanti anni luce dai rituali che si svolgono nelle sale dei vari consigli comunali, regionali e via dicendo, per non parlare di Montecitorio. Ergo: forse sarebbe tempo di tenere questi conclavi non nei luoghi appartati di cui sopra, ma in una sala che stia dentro ai santuari della modernità, tipo un ipermercato o un grande magazzino stile Ikea.

Devo dire che il discorso non riguarda solo la politica: anche il giornalismo soffre di una malattia chiamata autoreferenzialità e personalmente comincio a guardare con una certa noia i cosiddetti talk show, quelli in cui i soliti Santanché, Sallusti, Gomez e Fassina si accusano reciprocamente delle peggiori nefandezze, senza che si ascolti una proposta concreta sul come migliorare una situazione quantomai precaria. Mentre invece seguo con grande interesse i programmi costruiti andando in mezzo alla gente, tipo “Presa Diretta”, raccontando la vita vera delle famiglie, degli impiegati, degli operai...

Speriamo comunque che i conclavi della politica nostrana siano serviti a sciogliere alcuni nodi che, inspiegabilmente, non si è ancora riusciti a districare. Esempio: il Pdl che governa la Regione Abruzzo a tre mesi dal compimento dei cinque anni di legislatura non ci ha ancora detto quando si terranno le elezioni. Mentre il Pd deve mettere d’accordo i suoi sindaci per trovare una guida degna di questo nome all’Aca, l’acquedotto di Pescara, Chieti e tanti altri centri della zona. Chissà... Buona domenica .

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