Positivo prima della vacanza? Ecco come farsi rimborsare

PESCARA. È l’incubo che attanaglia i turisti in questa ondata di risalita dei contagi, tanto che è boom delle polizze viaggio: la vacanza è stata prenotata e pagata ma, poco prima di partire, ci si...
PESCARA. È l’incubo che attanaglia i turisti in questa ondata di risalita dei contagi, tanto che è boom delle polizze viaggio: la vacanza è stata prenotata e pagata ma, poco prima di partire, ci si accorge di essere positivi al Covid. Per Legge bisogna restare in isolamento, quindi addio viaggio. Ma almeno, secondo le associazioni dei consumatori, si può richiedere un rimborso economico per ripartire appena possibile.
Altro incubo è la cancellazione del volo a causa di uno sciopero del personale delle compagnie aeree: in questo caso si può richiedere addirittura una sorta di risarcimento.
Vediamo come fare.
A COSA SI HA DIRITTO
«In base alle regole del Codice civile la sopraggiunta impossibilità di usufruire della prestazione concordata e pagata, per motivi di necessità o forza maggiore, prevede il rimborso obbligatorio da parte del fornitore. Una regola valida nel caso in cui non si possa usufruire di trasporti, soggiorni, pacchetti vacanza e altri servizi già acquistati», spiega il Codacons. Per la normativa, sono considerate infatti “cause di forza maggiore” le «circostanze inevitabili e straordinarie», fuori dal controllo delle parti (tour operator e viaggiatore) e le cui conseguenze non sarebbero state evitate nemmeno adottando tutte le ragionevoli misure. In particolare: conflitti armati; gravi problemi di sicurezza come atti terroristici, rivolte, sommosse popolari; calamità naturali come inondazioni, terremoti o condizioni meteorologiche che impediscono di viaggiare in modo sicuro verso la destinazione o di godere appieno dei servizi (alloggio, escursioni, ecc.); ma anche, appunto, rischi significativi per la salute umana.
COSA FARE
Ma cosa fare? Per il Codacons «occorre chiamare le strutture ricettive, agenzie di prenotazioni, tour operator o agenzia di viaggi presso cui abbiamo acquistato i servizi, aprendo una segnalazione sulla malattia allegando l'esito del tampone e certificato medico, e avviare la richiesta di rimborso».
COSA SI RICEVE
Molti operatori rifiutano di concedere i rimborsi in denaro, preferendo la via dei voucher oppure applicando delle penali. Una pratica scorretta secondo il Codacons: «I consumatori non devono cadere in errore e devono pretendere la restituzione integrale di quanto pagat».
Per i voucher valgono ancora le regole emanate con il decreto “Cura Italia” del 2020, che prevedeva espressamente questo mezzo come soluzione per le disdette turistiche. «È bene che il viaggiatore chieda sempre il rimborso in denaro. Poi può scegliere di valutare di prendere un voucher, se gli viene offerto», spiega l’Unione nazionale consumatori. I termini dei voucher emessi da operatori turistici sono perciò predefiniti: oggi la loro validità è di 30 mesi. Molti operatori consentono inoltre la cessione a terzi.
Anche per i trasporti resta valida la durata di 30 mesi del voucher, ma risulta possibile chiedere il rimborso già dopo un anno dall’emissione. Per qualunque tipo di buono, nel caso in cui si richieda il rimborso, l’operatore è obbligato dalle norme a rimborsarlo entro 14 giorni dalla scadenza
E SE IL VOLO VIENE CANCELLATO
E se dovesse saltare il volo? In queste circostanze occorre seguire quanto riportato sui siti delle diverse compagnie. Ma, sempre secondo il Codacons, in caso di cancellazione del volo non comunicata con almeno due settimane di preavviso, oltre al rimborso (o un imbarco alternativo) si ha diritto a una compensazione di 250 euro per le tratte inferiori a 1.500 km, 400 euro per quelle tra 1.500 e 3.500 km, 600 euro per quelle più lunghe. «Diritti, questi, che valgono anche in caso di sciopero del personale aereo, che non è da considerarsi una “circostanza eccezionale”, spiega il Codacons, facendo chiaro riferimento ai casi delle ultime settimane, che hanno visto l’annullamento di migliaia di voli in tutto il mondo – con grandi disagi – a causa delle proteste di chi lavora per le compagnie aeree. (l.t.)