Rancitelli, i palazzacci dopo 40 anni possono essere abbattuti

16 Settembre 2025

Sono gli ultimi due di proprietà ex Clerico, il Tar ha deciso dopo la rinuncia alla sospensiva. Il Comune acquisisce gratuitamente l’area, le proposte degli architetti Di Biase e Palladini

PESCARA. I due scheletri dei palazzi ex Clerico, in via Tavo, possono essere abbattuti. A stabilirlo sono le due ordinanze del Tar (Tribunale amministrativo regionale), emesse ieri mattina. Il Comune, acquisendo la proprietà dello spazio in cui insistono gli edifici, simbolo di degrado e incuria da tantissimi anni, può procedere alla demolizione. Palazzi in cui si sarebbero potute realizzare 50 abitazioni in totale e che invece hanno ospitato senzatetto, tossicodipendenti e disperati. L’udienza di merito, in realtà, è prevista per il prossimo 28 novembre, ma intanto, anche per via del ritiro della richiesta di sospensiva da parte della società proprietaria che ha abbattuto gli altri tre edifici, c’è stato il via libera alla demolizione. Risale al 26 agosto scorso l’abbattimento degli altri tre fabbricati, a cura delal proprietà. L’intera area è di circa 6mila metri quadrati. Nei giorni scorsi, nella stessa via Tavo, alcuni residenti sono tornati ad accendere i riflettori sullo “slargo della vergogna”, che si trova a pochi metri, rivolgendo anche un appello sui palazzi Clerico, ancora in piedi. E c’è chi immagina a una riprogettazione unitaria della zona.

IL SINDACO MASCI

C’è un passaggio chiave delle due ordinanze su cui si sofferma il sindaco Carlo Masci, nel sottolineare «l’importanza di tale decisione per il risanamento del quartiere Rancitelli». Ecco cosa dice il provvedimento: «In assenza di spontanea esecuzione dell’ordine demolitorio e di ripristino dello stato dei luoghi nel termine fissato, nonché di mancata sospensione degli effetti del provvedimento impugnato, a decorrere dal 15 settembre 2025, ferma restando l’irrogazione della prescritta sanzione amministrativa pecuniaria, le opere abusive (allo stato non ancora demolite), l’area di sedime e le pertinenze delle stesse saranno comunque acquisite di diritto, e gratuitamente, al patrimonio comunale... e l’ente civico potrà sin da subito, sotto la propria responsabilità, dare piena esecuzione in via autoritativa al provvedimento demolitorio, azionando i poteri repressivi che la legge impone». «Tradotto significa che, in quanto divenuti proprietari del terreno dove sorgono i due palazzi, potremo procedere a demolirli, dopo aver valutato tutti gli aspetti amministrativi dell'acquisizione degli immobili in via coattiva. A seguito della demolizione dei primi tre fabbricati, quelli più bassi, effettuata dai proprietari, adesso potremo liberare definitivamente l'area, eliminando quella invivibile situazione di degrado che si è generata», spiega il primo cittadino. «Un risultato storico, inaspettato perché nessuno, ad eccezione della nostra Amministrazione, poteva immaginare un traguardo del genere in questi termini. Un obiettivo raggiunto grazie alla collaborazione di tante persone che ci hanno lavorato con grandissimo impegno, anche seguendo procedure che il Comune non aveva mai portato avanti. Abbiamo gettato il cuore oltre l'ostacolo per puntare con forza all'interesse della comunità pescarese». E così dicendo, il primo cittadino ricorda l’abbattimento del Ferro di cavallo, sempre in via Tavo, dei tre palazzi di via Lago di Borgiano, nello stesso quartiere, lo svincolo a Trombetta, la riqualificazione dell'area abbandonata dove oggi si snoda la strada Pendolo, che collega via San Donato a via Tiburtina. «Abbiamo scritto un’altra pagina meravigliosa della storia di Pescara», dice ancora il sindaco e ricorda anche quanto fatto al vicino parco della Speranza, dove adesso operano sedici associazioni di volontariato.

UN PO’ DI STORIA

I lavori di costruzione dei palazzi Clerico risalgono al 1968, quando furono rilasciate le licenze edilizie. Negli anni Ottanta arriva il blocco e le varie battaglie legali hanno portato alla situazione di degrado attuale. Gli edifici, mai realmente ultimati, sono divenuti negli anni delle baraccopoli. Ora si punta a una rinascita. La data ufficiale dell’abbattimento dei due palazzi al momento non c’è.

IL PARERE DEGLI ESPERTI

«L’acquisizione dell’area dei due fabbricati ex Clerico da parte del Comune rappresenta una grande opportunità», dice l’architetto Tommaso Di Biase. «Ci vorrebbe una progettazione unitaria, da delineare attraverso un concorso di idee per attività culturali, museali e sportive, in grado di proporre delle ipotesi di riqualificazione dell’intera area, compresa tra via Tiburtina e via Tavo. Un’occasione da non perdere per l’amministrazione». E l’architetto Massimo Palladini, presidente della sezione Pescara di Italia Nostra aggiunge: «Debellare il degrado sociale è fondamentale, ma bisognerebbe avere una visione complessiva pensando a un recupero del patrimonio edilizio esistente. In tal caso, è necessario creare degli attrattori di interesse, come per esempio la realizzazione di edifici pubblici, perché la socialità rappresenta il primo presidio di legalità. Da valutare anche il bisogno di case per redditi deboli».