Referendum e 49 Comuni Oggi l’Abruzzo va al voto

12 Giugno 2022

I seggi aperti dalle 7 alle 23 per scegliere nuovi sindaci e consiglieri comunali In 236mila alle urne per le amministrative. E 1,2 milioni per i quesiti referendari

Il conto alla rovescia è terminato, così come la campagna elettorale: oggi 1,2 milioni di abruzzesi, cioè tutti i maggiorenni, sono chiamati alle urne per il referendum sulla Giustizia. Circa 236mila di loro riceveranno anche la tessera per eleggere il nuovo sindaco e il nuovo consiglio comunale: si tratta di chi abita in uno dei 49 comuni al voto. Tra questi anche il capoluogo di regione L’Aquila, che è anche la città più grande a dover rinnovare la propria amministrazione comunale. Mentre il comune più piccolo al voto è quello di Montelapiano con appena 80 abitanti, che vede anche la sfida tra padre e figlia come candidati al ruolo di sindaco.
Vediamo tutte le info utili sull’election day di oggi.
I 49 COMUNI AL VOTO
Dei 49 comuni abruzzesi al voto, cinque hanno più di 15mila abitanti e potrebbero richiedere anche un ulteriore turno di ballottaggio fra due settimane per eleggere il nuovo sindaco: oltre all’Aquila, anche Ortona, San Salvo, Spoltore e Martinsicuro.
Sotto i 15mila abitanti, invece sono 44 i comuni che rinnoveranno il proprio sindaco. Nel Chietino: Arielli, Atessa, Castelguidone, Castiglione Messer Marino, Fallo, Fraine, Furci, Gamberale, Giuliano Teatino, Lettopalena, Montelapiano, Pennadomo, Pennapiedimonte, Ripa Teatina, Roccamontepiano, Roccascalegna, Roio del Sangro, Rosello, San Vito Chietino, Tollo e Torricella Peligna. Nell’Aquilano: Balsorano, Barrea, Campo di Giove, Caporciano, Civitella Alfedena, Gioria dei Marsi, Lecce nei Marsi, Luco dei Marsi, Nontereale, Morino, Pescasseroli, Prata d’Ansidonia, Pratola Peligna, Sant’Eusaio Forconese, Scoppito e Vallavallelonga.
Nel Pescarese: Alanno, Brittoli, Scafa e Villa Celiera. Nel Teramano: Crognaleto, Tortoreto e Valle Castellana.
LE REGOLE DELLE COMUNALI
Le modalità di espressione del voto cambiano in funzione della popolazione.
Nei comuni fino a 15mila abitanti si può tracciare un segno sul nominativo del candidato sindaco o sul contrassegno della lista collegata al candidato sindaco o anche sia sul candidato sindaco che sulla lista collegata al medesimo candidato sindaco: in ogni caso, il voto viene attribuito sia alla lista di candidati consiglieri che al candidato sindaco collegato. Viene eletto primo cittadino il candidato che ottiene il maggior numero di voti.
Sono possibili più soluzioni nei comuni con più di 15mila abitanti. Si può tracciare un solo segno sul nominativo di un candidato sindaco, senza cioè segnare alcun contrassegno di lista: in questo caso il voto viene attribuito solo al candidato sindaco prescelto. Si può tracciare un segno solo sul contrassegno di una delle liste oppure tracciare un segno sia sul nominativo del candidato sindaco che su una delle liste collegate al medesimo candidato sindaco: in entrambi i casi il voto viene attribuito sia al candidato sindaco che alla lista collegata. Si può esprimere un voto disgiunto, tracciando un segno sul nominativo del candidato sindaco ed un altro segno su una delle liste ad esso non collegata: in questo caso il voto viene attribuito sia al candidato sindaco che alla lista non collegata. Diventa sindaco al primo turno il candidato che ottiene la maggioranza assoluta dei voti validi (almeno il 50% più uno); qualora nessun candidato raggiunga tale soglia si tornerà a votare per il ballottaggio tra i due candidati più votati.
Nei comuni con meno di 5mila abitanti si può esprimere una sola preferenza per un candidato consigliere comunale. Sopra quella soglia, non più di due preferenze per i candidati a consigliere comunale, scrivendo il cognome nelle apposite righe tratteggiate poste al di sotto del contrassegno di lista. In caso di espressione di due preferenze, queste devono riguardare candidati di sesso diverso, pena l’annullamento della seconda preferenza. Le preferenze devono essere manifestate esclusivamente per candidati compresi nella lista votata.
I CINQUE REFERENDUM
L’election day prevede anche la chiamata per cinque referendum sul tema della Giustizia. Sono tutti abrogativi: chi opterà per il “No” sceglierà di lasciare in vigore le norme interessate, chi opterà per il “Sì” invece per la loro cancellazione. Il primo quesito: se abrogare la parte della Legge Severino che prevede l’incandidabilità, l’ineleggibilità e la decadenza automatica per parlamentari, membri del governo, consiglieri regionali, sindaci e amministratori locali nel caso di condanna per reati gravi. Il secondo: lo stop delle “porte girevoli” per non permettere più il cambio di funzioni tra giudici e pubblico ministero e viceversa nella carriera di un magistrato. Il terzo: via l’obbligo per un magistrato di raccogliere da 25 a 50 firme per presentare la propria candidatura al Csm. Il quarto: togliere la “reiterazione del reato” dai motivi per cui i giudici possono disporre la custodia cautelare in carcere o i domiciliari per una persona durante le indagini e quindi prima del processo. Il quinto: far sì che gli avvocati e i docenti possano votare in merito alla valutazione dell’operato dei magistrati.
La precondizione perché i referendum abrogativi siano validi è che si rechi alle urne la metà più uno degli aventi diritto.
DATE E ORARI
I seggi rimarranno aperti nella sola giornata di oggi dalle 7 alle 23; lo spoglio partirà dai referendum, per poi passare, dalle 14 del lunedì, alle schede per le Comunali e le eventuali elezioni circoscrizionali. Per i cinque comuni al voto con più di 15mila abitanti, in caso di ballottaggio si tornerà alle urne il 26 giugno prossimo.
GLI ELETTORI POSITIVI AL COVID
Il recente decreto del Governo consente di votare anche agli elettori attualmente positivi, quindi in isolamento domiciliare: in Abruzzo sono quasi 17mila persone. Devono inviare al sindaco una dichiarazione scritta e firmata che attesti la volontà di votare presso il proprio domicilio e il certificato della Asl di trattamento domiciliare.