Sequestro di auto

Riciclaggio internazionale auto di lusso rubate, sequestri anche in Abruzzo

Due arresti nell'ambito di una indagine sulla vendita di vetture on line condotta dalla polizia stradale di Frosinone. Giro d'affari per 600mila euro

ROMA. Sequestri anche in Abruzzo nell'ambito di una indagine sulla vendita e il riciclaggio di vetture on line. La polizia stradale di Frosinone ha eseguito un'ordinanza di custodia cautelare, emessa dal gip del Tribunale di Cassino, nei confronti di un commerciante on-line di autovetture per riciclaggio di auto e di altri reati di falso. Un'altra persona è stata arrestata in flagranza di reato nel corso dell'indagine, mentre altre 10 sono state denunciate a piede libero. Nel corso dell'operazione, sequestri di auto in varie zone del Lazio e dell'Abruzzo. In particolare nella provincie di Frosinone, Latina, Rieti e Pescara: sono 38 autovetture di provenienza furtiva per un valore totale di circa 600mila euro.

Le indagini sono partite nel novembre scorso dopo il sequestro di una Range Rover Sport con telaio contraffatto, risultata proveniente da un furto commesso alcuni giorni prima in provincia di Napoli. La persona trovata in possesso dell'auto era un commerciante di veicoli di Cassino (Frosinone) con alcuni precedenti penali. Gli accertamenti svolti sul commerciante hanno portato all'identificazione dei complici ed a scoprire le modalità con le quali veniva posta in essere l'attività illecita, finalizzata essenzialmente a reinserire nel circuito commerciale lecito i veicoli rubati.

Tramite ramificate conoscenze nel settore dei furti delle auto con base nel Napoletano venivano acquisiti i veicoli di provenienza illecita, rubati in varie parti d'Italia e all'estero, in paesi come Francia e Germania. Venivano, in seguito, alterati i numeri identificativi di telaio e formati falsi documenti che attestavano la provenienza estera dei veicoli, clonando i dati di autovetture regolarmente circolanti in Spagna, Danimarca, Polonia o Francia. Si procedeva poi all'immatricolazione in Italia, tramite nazionalizzazione e alla successiva vendita, avvalendosi dei canali offerti dall'e-commerce. In alcuni i casi, i veicoli venivano forniti di chiavi originali rubate direttamente negli stabilimenti di produzione prima che giungessero alla catena di montaggio. Altro canale di approvvigionamento dei veicoli era quello delle truffe ai danni di concessionari di Frosinone tramite finanziamenti ottenuti a nome di persone inesistenti che si presentavano negli autosaloni con documenti di identità falsi e con buste paga contraffatte.