Rifiuti abusivi nelle discariche della Deco
L'Antimafia indaga su 90 mila tonnellate di immondizia. L'azienda: accusa irreale
PESCARA. Più di 90 mila tonnellate di rifiuti buttati «abusivamente» in quattro discariche, compresa Colle Cese di Spoltore che ha soltanto un altro mese di autonomia. Una massa di spazzatura, tanta quanta ne producono Pescara e i centri della provincia in quasi un anno, che si sarebbe trasformata in un «ingiusto profitto» per la Deco spa di Spoltore. È questa l'ipotesi alla base dell'inchiesta dei carabinieri del Noe di Pescara e della procura Antimafia dell'Aquila su un presunto traffico di rifiuti che vede al centro il colosso fondato dai fratelli Rodolfo ed Ettore Ferdinando Di Zio, oggi rappresentato da Paolo Tracanna. SOTTO INCHIESTA. Sedici gli indagati, a cominciare da Tracanna e dal direttore generale Deco Roberto Pasqualini fino ai rappresentanti delle società dei rifiuti - pubbliche, miste e private di Pescara, Spoltore, Montesilvano, Chieti, Avezzano e Isernia -, il presidente Pdl della Provincia di Teramo e sindaco di Notaresco Valter Catarra, i sindaci di Giulianova Francesco Mastromauro (Pd), di Morro D'Oro Mario De Sanctis (lista civica centrodestra), di Mosciano Sant'Angelo Orazio Di Marcello (Pd), gli ex sindaci di Roseto Franco Di Bonaventura (Pd) e di Bellante Domenico Renzo Di Sabatino (Pd). I sedici sono accusati di aver «ceduto rifiuti alla Deco, in località Casoni a Chieti, la quale a sua volta li trasportava e smaltiva in discarica tal quali saltando la filiera del recupero e trattamento». Così, sostiene il pm dell'Aquila Fabio Picuti, la Deco e gli altri indagati «gestivano abusivamente ingenti quantitativi di rifiuti quantificabili in oltre 91 tonnellate conferiti in quattro distinte discariche». Gli impianti citati sono: la discarica di Casoni e di Colle Cese, entrambe gestite dalla Deco, un'altra a Magliano dei Marsi gestita dalla società Tecnologia e ambiente srl e l'ultima a Isernia della Smaltimenti sud srl. Secondo l'accusa, la Deco non avrebbe smaltito i rifiuti secondo un'autorizzazione rilasciata dalla Regione Abruzzo nel 2009 ma avrebbe gestito «abusivamente» l'immondizia. «ACCUSA IRREALE». La Deco rigetta le accuse: «In primo luogo», dice, «avendo avviato da quasi due anni l'impianto di Casoni sarebbe contro i nostri interessi smaltire direttamente in discarica i rifiuti "tal quali". Del resto, le volumetrie delle discariche sono periodicamente verificate dagli organi di controllo. Ne consegue che lo smaltimento irregolare sarebbe facilmente rintracciabile ed evidenziato dal rapido e ampiamente anticipato esaurimento delle discariche. In secondo luogo», prosegue la Deco, «i rigidi sistemi di controllo, interni ed esterni, e le procedure di gestione dei rifiuti nel percorso di tracciabilità non consentono, anzi escludono, qualsiasi possibilità per l'azienda di avviare procedure illecite. Non si nasconde», dice la Deco, «lo stupore nell'apprendere le ipotesi di reato e confidiamo nell'archiviazione del caso». MASTROMAURO. Per il sindaco di Giulianova, Mastromauro, avvocato e già legale di Franco Gerardini, dirigente del servizio regionale Rifiuti, l'iscrizione sul registro degli indagati è «un atto dovuto»: «Tutto pare avere origine», dice, «dai disservizi nella raccolta dei rifiuti del marzo dell'anno scorso, che prospettavano il rischio di un'emergenza. Da ciò una lettera dell'11 marzo inviata a tutti sindaci da parte del presidente del Cirsu nella quale venivamo invitati, al fine di non interrompere il servizio di igiene urbana, a contattare direttamente gli impianti di smaltimento dove conferire i rifiuti. In seguito», prosegue Mastromauro, «veniva firmata da tutti i sindaci Cirsu un'ordinanza per conferire i rifiuti a Casoni e per il successivo avvio alle attività di trattamento, recupero e/o smaltimento in modo da superare l'emergenza. Chiaro è che rimane tuttora impossibile sapere, da parte dei sindaci, quale trattamento viene effettuato sui rifiuti una volta prelevati. Io e gli altri sindaci del Cirsu abbiamo agito solo per tutelare la salute pubblica. E poiché ritengo di aver operato correttamente, sono a disposizione dell'autorità giudiziaria». INTERROGAZIONE PD. Il Pd presenta un'interrogazione sull'esaurimento di Colle Cese: «In assenza di alternative», dice il capogruppo Moreno Di Pietrantonio, «si rischia un'emergenza e il piano rifiuti provinciale è ancora fermo alla Regione Abruzzo». «Lunedì è già in programma un incontro in Regione», risponde l'assessore all'Ambiente Isabella Del Trecco (Pdl), «il Pd dimentica che i rifiuti non hanno colore».
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