Rifiuti, in aula Sospiri e Cordoma

Decisa la prima udienza: il processo prenderà il via l'11 ottobre

PESCARA. Conto alla rovescia per l'apertura del processo sui rifiuti di Montesilvano: l'11 ottobre alle 15,30, per il consigliere regionale Pdl Lorenzo Sospiri, per il sindaco di Montesilvano Pasquale Cordoma e altri sette tra politici, funzionari e imprenditori della Deco spa sarà la prima udienza preliminare. La procura punta su sette assi.

In vista della prima udienza preliminare davanti al gup Luca De Ninis, la procura punta su sette carte per arrivare al processo. Il pool di magistrati composto dal procuratore Nicola Trifuoggi e dai pm Gennaro Varone e Anna Rita Mantini parte dalle indagini della squadra mobile sull'Ecoemme, società mista tra Comune di Montesilvano (49,86 per cento), Deco spa dei Di Zio (47,83) e Comunità montana Vestina (2,31): sull'inchiesta che ruota intorno al presunto monopolio dei Di Zio, dice la procura, «protranno riferire il sostituto commissario Giancarlo Pavone, gli ispettori capo Franco Nonni e Michelangelo Lanzieri, il sovrintendente Ezio Micaroni, gli assistenti Stefano Piras, Carmine Renzetti e Danilo D'Alberto». La procura considera determinante anche un'informativa dell'ex capo della squadra mobile Nicola Zupo: un libro di 507 pagine che si conclude con le richieste di arresto ai domiciliari per Sospiri e Cordoma, accusati di corruzione.

Secondo punto di forza, i documenti sequestrati nel Comune di Montesilvano, nell'ufficio di Ettore Paolo Di Zio e all'Ecoemme: per la procura, dalle carte emerge il predominio della Deco, a Montesilvano e nell'area Vestina (di qui, il coinvolgimento del sindaco di Farindola Antonello De Vico). Terzo elemento, le dichiarazioni dell'ex assessore ai Lavori pubblici di Montesilvano Carlo Tereo de Landerset, ascoltato come teste il 24 settembre 2010, sui «finanziamenti che l'onorevole Fabrizio Di Stefano si asseriva in grado di ottenere da Ettore Ferdinando Di Zio e sui rapporti tra Cordoma e i Di Zio».

Quarto elemento, la deposizione di Cordoma resa in un interrogatorio del 6 ottobre 2010 che lo stesso sindaco ha chiesto: «Le dichiarazioni sono chiaramente e clamorosamente false», dice un'informativa della squadra mobile del 3 gennaio scorso nella quale il dirigente Pierfrancesco Muriana torna a chiedere i domiciliari per Sospiri e Cordoma, «l'interrogatorio ha accresciuto e reso davvero evidenti le responsabilità del sindaco che ha perso una buona occasione, forse l'ultima, per ammettere i propri errori». Quinto elemento dell'accusa, le annotazioni di polizia giudiziaria. Sesto le intercettazioni e, in una, è lo stesso Cordoma a legittimare l'ipotesi dell'accusa: «Di Zio è la Deco, ha il monopolio della spazzatura in tutto l'Abruzzo. Semplicemente questo», dice il 22 settembre dell'anno scorso a poche ore dall'arresto dell'ex assessore regionale alla Sanità Lanfranco Venturoni (Pdl) e dell'imprenditore Rodolfo Di Zio. Settimo elemento la consulenza del perito della procura Luca Di Iorio che scava nei guadagni dei Di Zio.

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