Le magliette con i volti delle vittime esposte in aula dai familiari (foto Giampiero Lattanzio)

IL PROCESSO

Rigopiano, si torna in aula per rinviare. E i familiari depositano una memoria / VIDEO

Udienza sulla tragedia che provocò 29 vittime. Si va verso la proroga di tre mesi concessa dal giudice ai periti

PESCARA. Si torna in aula stamattina (venerdì 28 gennaio) per il procedimento sul disastro di Rigopiano. L'udienza dovrà servire a formalizzare il rinvio.

La novità è la rinuncia dell'ex sindaco di Farindola, Antonio De Vico, al rito ordinario, con la scelta di unirsi agli altri 29 imputati che verranno giudicati con il rito abbreviato. Una istanza che dovrà essere vagliata dal giudice per l'udienza preliminare Gianluca Sarandrea, che dovrà anche rendere nota la proroga di 90 giorni concessa ai suoi esperti per il deposito delle conclusioni della super perizia (se ne riparlerà dopo il 12 aprile), necessaria per dirimere le opposte conclusioni cui sono giunti gli esperti della procura e quelli delle difese, in particolare sul ruolo giocato dalle scosse di terremoto sul distacco della valanga che il 18 gennaio 2017 distrusse l'hotel Rigopiano lasciando 29 morti sotto le macerie.

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I familiari: "Conosciamo a memoria le 88mila pagine della super perizia"
Gianluca Tanda ed Egidio Bonifazi prima dell'udienza sulla tragedia dell'Hotel Rigopiano (video Giampiero Lattanzio)

I familiari delle vittime presentano oggi al giudice una memoria a supporto del lavoro dei periti incaricati. «Non ci spaventa l'attesa, confidiamo nell'operato dei periti, convinti che le loro risposte ai quesiti possano spiegare gli aspetti dirimenti della tragedia». Parlano in particolare del quesito numero 6 che riguarda la gestione dell'emergenza.

L'udienza al Tribunale di Pescara (foto Giampiero Lattanzio)

«La valanga di Rigopiano non è stato un fulmine a ciel sereno. La memoria di 29 morti non può fare a meno di capire cosa non è stato fatto e cosa si sarebbe potuto fare in conformità alle norme vigenti rispetto alla prevenzione rischi, al coordinamento degli interventi attraverso le strutture organizzative previste a livello regionale, al reperimento di risorse e mezzi presenti sul territorio come quelli dell'Anas». (m.cir.)

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