Rimozioni, carro attrezzi fermo

7 Agosto 2011

Il Comune ha un proprio mezzo, ma affida il servizio a tre ditte

PESCARA. Il Comune perde centinaia di migliaia di euro all'anno con le rimozioni delle auto. Gli incassi vengono utilizzati per pagare tre ditte private (Di Blasio, Sisti e D'Annibale), riunite in un'associazione temporanea d'impresa, cui il Comune ha affidato il servizio già da diversi anni. Ma l'ente potrebbe farlo per conto proprio. Possiede un carro attrezzi abbandonato nell'area esterna del comando dei vigili urbani, in via del Circuito. Il mezzo viene utilizzato ogni tanto per trasportare le transenne per chiudere le strade.

INCASSI IN FUMO.
Un giro d'affari enorme ruota intorno alle rimozioni e alla custodia dei veicoli sequestrati. Basti pensare che il proprietario di un'auto rimossa, per riavere il suo mezzo, deve pagare 80 euro, più la multa. Per un divieto di sosta, ad esempio, si devono aggiungere altri 39 euro. Di questi 80 euro, il Comune trattiene una provvigione del 20 per cento, più il 5 che rappresenta il ribasso d'asta, per un totale del 25 per cento. Alla ditta che ha effettuato la rimozione vanno, quindi, 60 euro. Se si moltiplica questa cifra per il numero delle rimozioni effettuate ogni anno - l'anno scorso sono state circa 2.500 - si ottiene il ricavo dei privati. Moltiplicando 2.500 veicoli per 60 euro, si ottengono 150.000 euro.

A questa cifra, si devono sommare gli incassi ancora più sostanziosi derivanti dalla custodia dei mezzi sequestrati. In questo caso, siamo di fronte a un buco nero che risucchia una valanga di denaro pubblico. Le spese vengono anticipate dal Comune, che dovrebbe provvedere, successivamente, al recupero dei crediti. Un'operazione quest'ultima che ha un'altissima percentuale di insuccesso, perché molto spesso le auto sequestrate non vengono ritirate dai proprietari. Un problema che ora viene in parte risolto, grazie alla nuova legge, entrata in vigore l'anno scorso: una norma consente ai titolari dei depositi di vendere all'asta o di rottamare i mezzi entro 10 giorni dal sequestro. In precedenza, invece, i veicoli rimanevano parcheggiati per anni. Proprio per effetto di questo vecchio sistema, l'amministrazione comunale ha accumulato un debito di ben 300mila euro per sequestri avvenuti principalmente negli anni 2005-2008 e mai pagati. Nell'ultima variazione di bilancio sono stati aggiunti altri 400mila euro, ai 250mila già stanziati, per saldare le spese di rimozione e custodia.

MANCANO DIPENDENTI.
Ma perché il Comune ha rinunciato a un'ingente fonte di guadagno per affidare il servizio ai privati? Fonti dell'amministrazione fanno sapere che l'ente non può ricevere dalla prefettura l'incarico di custode unico acquirente, in quanto non dispone di depositi dove trasportare i mezzi rimossi e non ha il personale adatto per svolgere questo tipo di mansione.

Il capogruppo dell'Idv Adelchi Sulpizio è intenzionato a chiedere all'amministrazione comunale di «valutare la possibilità di tornare alla gestione diretta del servizio». «In questo modo», dice, «si taglieranno le spese e si cancelleranno le polemiche sulle rimozioni facili».

© RIPRODUZIONE RISERVATA