Roccamorice, la Grotta della Lupa non ha più segreti

Per la prima volta un gruppo di speleologi teatini e marchigiani entra nella cavità più lunga della Maiella, sul versante nord, per le rilevazioni col sistema 3D

ROCCAMORICE. Che ci fosse una grotta in quel luogo della Majella era noto, che sia stata esplorata è la notizia. Lo ha fatto lo Speleo club di Chieti coadiuvato da gruppi marchigiani. Uno squarcio sul versante nord della montagna che appare di grande suggestione. «Bellissimo», dicono gli speleologi che per primi sono entrati nel cunicolo dall’andamento meandriforme e a canyon. Una grotta che si sviluppa per ben mille e ottocento metri (è attualmente la più lunga della Majella), la cui esplorazione è molto tecnica nel continuo susseguirsi di stalattiti, stalagmiti, colate, cortine e perfino concrezioni in formazione sospese sull'acqua, effetto di un fenomeno molto raro in natura.

L’antro non è stato ancora osservato del tutto, dunque potrebbe riservare altre sorprese. È stata battezzata “Grotta della Lupa”. Durante la presentazione al pubblico, avvenuta qualche giorno fa, il sindaco Alessandro D'Ascanio, l'ha proposta come un nuovo tesoro della montagna che ora dovrà essere valorizzato nei giusti modi per poter essere fruibile da un pubblico che non sia di soli specialisti. Con il sindaco, presenti gli archeologi, Enzo Bevilaqua del club di Chieti, autentico artefice e promotore dell'impresa, il professor Ezio Burri, docente all'università dell'Aquila e il geologo della soprintendenza archeologica d'Abruzzo, Silvano Agostini. «La cavità» racconta il sindaco «è stata parzialmente rilevata con il sistema laser 3D per circa 1.300 metri, ma sono in corso ulteriori osservazioni. C'è da dire che, ancora una volta, le grotte si confermano archivi del passato; infatti, in un punto della cavita difficile da raggiungere sono stati ritrovati resti paleontologici che, su indicazione della soprintendenza sono stati fotografati, prelevati, catalogati e messi a disposizione degli specialisti».

La scoperta è stata inoltre segnalato alla direzione del Parco Nazionale Majella. «Il miglior modo possibile di valorizzare la grotta è quello virtuale» annuncia D'Ascanio. La si potrà esplorare in 3D stando davanti a uno schermo gigante con la sensazione di esservi dentro. È questo il futuro delle grotte, un modo per poterle preservare intatte e messe a disposizione degli studiosi quali fonti di ricerca e studio sulla storia della formazione degli scenari geomorfologici del territorio. «La Grotta della Lupa» chiosa D'Ascanio «ben si presta a diventare uno straordinario laboratorio scientifico con vari indirizzi di indagine che, se ben organizzati, porteranno sicuri risvolti economici al paese».

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