Sabbia inquinata, lite tra Mascia e Becci

Le piramidi sulla spiaggia di Porta Nuova accumulate dopo il dragaggio del porto turistico: il Marina di Pescara si rifiuta di toglierle, braccio di ferro sui lavori

PESCARA. Ci penserà il Comune a rimuovere, sulla spiaggia di Porta Nuova, i cumuli di sabbia recuperata con il dragaggio del porto turistico. Il Marina di Pescara si è rifiutato di ottemperare all'ordinanza, emanata dal sindaco, che imponeva all'azienda di togliere la sabbia.

Lo scontro tra le due amministrazioni rischia ora di finire in tribunale. Il Comune intende svolgere i lavori sostenendo temporaneamente i costi dell'operazione, per poi rivalersi successivamente sul Marina di Pescara. La spesa non è di poco conto, si parla di 140mila euro per togliere 4mila metri cubi di sabbia accumulata e trasportarla in un impianto autorizzato. I lavori, secondo quanto annunciato ieri dal sindaco Luigi Albore Mascia, dovrebbero partire stamattina, alle 7.

«Vogliamo chiudere nel più breve tempo possibile», ha spiegato Mascia, «per restituire la spiaggia ai concessionari balneari e agli utenti della riviera sud».
Sta di fatto che Comune e azienda porto turistico sono ai ferri corti. Mercoledì sera, il consiglio di amministrazione del Marina di Pescara si è riunito per esaminare l'ordinanza emanata dal sindaco che imponeva la rimozione entro 48 ore dei quattro cumuli di sabbia, frutto del ripascimento avviato e non completato a causa dell'apertura di un'inchiesta della procura.
Al termine della riunione, è stata inviata una lettera con cui è stato avvertito l'ente che il porto turistico non intende ottemperare al provvedimento. Ora l'ente avvertirà la procura di questa decisione. Ieri, Daniele Becci, presidente della Camera di commercio, l'ente che controlla il porto turistico, non ha voluto commentare la decisione del cda. «Ci siamo imposti la consegna del silenzio», ha affermato, «non vogliamo aprire polemiche con il Comune». Poi, ha aggiunto: «Nella lettera al Comune abbiamo semplicemente richiamato quello che è l'iter e il protocollo d'intesa sul dragaggio del porto turistico, stipulato con l'ente».
Nel procollo d'intesa venivano stabilite le procedure per il dragaggio e per il ripascimento. La prima tranche dei lavori, per il recupero di 20mila metri cubi di sabbia, era di competenza del porto turistico. La seconda tranche, per altri 15mila, del Comune. Ma l'intervento si è fermato quasi a metà strada, a causa di un'inchiesta della magistratura che ha il compito di accertare la qualità della sabbia recuperata e in parte già utilizzata per il ripascimento delle spiagge erose. Sono 5 le persone indagate, tra cui il responsabile del Marina Colazilli e il direttore dei lavori Angelini.
Il Comune è convinto che debba essere l'azienda a farsi carico di togliere quella sabbia. «I cumuli si trovano nel tratto di arenile, tra il porto turistico e Fosso Vallelunga, di competenza del Marina», ha precisato Mascia. Intanto, il dirigente del Comune Gaetano Silveri ha indiduato l'impresa, la Emoter di Chieti, cui affidare l'appalto. La sabbia verrà smaltita come rifiuto non pericoloso. Polemico il consigliere comunale del Pd Enzo Del Vecchio: «Non si può rimuovere la sabbia senza l'autorizzazione della Regione, perché siamo in piena stagione balneare». E' intervenuto anche il presidente dell'associazione San Silvestro per la vita Mario Di Pasquale: «Invito la magistratura, i carabinieri del Noe e l'Arta a fare chiarezza sulla vicenda entro 10 giorni, per dare tranquillità ai bagnanti e ai balneatori».

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