Scoppia la battaglia  del vino tra Toscana e Abruzzo 

Il legale della Marchesi Antinori diffida Cataldi Madonna. Nel mirino l’etichetta del Cerasuolo: «Elementi di somiglianza»

PESCARA. È la storia del gigante che se la prende col nano, della super Toscana che si cura del piccolo Abruzzo. Scherza Luigi Cataldi Madonna, un po’ inorgoglito e un po’ sorpreso per la raccomandata (a mezzo Pec) ricevuta qualche giorno fa dal legale della Marchesi Antinori S.p.A., una delle più antiche ed influenti realtà del vino italiano. L’oggetto della questione è l’etichetta del Cerasuolo di punta della storica azienda vitivinicola di Ofena, il Piè delle Vigne, appena premiato con i Tre Bicchieri del Gambero Rosso. Un nome, derivato dal toponimo della vigna di Montepulciano d’Abruzzo da cui nasce, che, secondo il legale di Antinori, andrebbe a confliggere con il nome di una datata, fortunata e pluripremiata linea di etichette della azienda toscana, Pian delle Vigne, nome che invece richiama subito alla mente uno dei più blasonati Brunello di Montalcino (da uve Sangiovese).
«La mia cliente è titolare di numerosi marchi notori tra cui segnalo la registrazione italiana di marchio “Pian delle Vigne”, per prodotti in classe 33 quali “vini, spumanti, liquori”» scrive al professor Cataldi Madonna l’avvocato della Antinori. «Recentemente la mia assistita è venuta a conoscenza del fatto che lei sta utilizzando il segno “Piè delle Vigne” per contraddistinguere un vino rosato Cerasuolo d’Abruzzo. Il segno utilizzato presenta numerosi elementi di somiglianza a livello visivo, fonetico e concettuale con il marchio di titolarità di Marchesi Antinori, posto che presenta due dei tre elementi denominativi che lo costituiscono, precisamente le parole “delle Vigne”, mentre le parole “Pian” e “Piè” sono estremamente simili. Inoltre il segno contestato si riferisce a prodotti identici a quelli rivendicati dal marchio dalla mia cliente. Alla luce di quanto precede, ed essendo il marchio “Pian delle Vigne” rinomato ai sensi dell’art. 12 lett. e) CPI, la società mia assistita la invita e diffida a cessare immediatamente qualsiasi impiego sul mercato e su internet del segno “Piè delle Vigne” in relazione ai prodotti della classe 33».
Pronta la risposta inviata da Luigi Cataldi Madonna che, contestando il contenuto della diffida, illustra i motivi per cui trova «assolutamente infondata» l’asserzione del legale di Antinori. «La denominazione “Piè delle vigne” del mio vino si riferisce a un toponimo di vigna, come risulta dalla mappa catastale del foglio 31 del Comune di Ofena, e l’uso di questa denominazione è stata autorizzata dalla Giunta Regionale e inserita nello schedario viticolo della Regione Abruzzo» scrive Cataldi Madonna, precisando come si confonda altresì «il piano fonetico con quello semantico: pian è la forma tronca di piano o piana, piè è la forma tronca di piede.
Evidentemente termini e significati di “piana” e “piede” sono assolutamente diversi e non confrontabili. Anche da un punto di vista fonetico non c’è alcuna familiarità tra “pian” e “piè”, ma sono chiaramente e acusticamente distinguibili».
Certo sembra difficile pensare che il Piè delle Vigne, vino rosato simbolo della tradizione aquilana, prodotto con la antica tecnica della “svacata” in appena 3.000 bottiglie annue da meno di un ettaro di vigneto, possa confondere il consumatore circa la consolidata e riconoscibile fama dei vini Pian delle Vigne, ottenuti dai 65 ettari vitati della omonima Tenuta a sud di Montalcino, e davvero ben noti e presenti sul mercato. E se la Toscana e l’Abruzzo in fatto di vino hanno avuto già modo di battagliare con la denominazione “Montepulciano”, magari in questo caso, che vede contrapposti i marchesi Antinori e i baroni Cataldi Madonna, a ricomporre la vicenda ci penserà la gentilezza dei costumi.