Scuole sicure, nuove accuse: «I fondi ci sono già ma non li utilizzano» 

Interventi per migliorare gli indici di rischio. E nuove accuse Marcozzi (M5S) e Sospiri (Forza Italia) contro la Regione 

PESCARA. Milioni dirottati altrove oppure non ancora utilizzati. Fondi destinati persino a mastodontiche teleferiche o stanziati nel 2011 e poi dimenticati. La campagna del Centro sulle scuole sicure da oggi affronta un nuovo tema. Quello degli interventi per migliorare gli indici di rischio. Si parte da una stima fatta dalla Provincia di Teramo: occorrono 163 milioni per l’adeguamento sismico di 25 istituti superiori. Ma in Abruzzo le scuole poco sicure sono 391. Nove edifici scolastici su dieci hanno indici a rischio. Dove trovare i fondi necessari per i lavori?
PISTA AZZONE. Secondo il governatore Luciano D’Alfonso la strada da seguire passa per Casa Italia, il progetto del governo per la ricostruzione nelle aree colpite dal terremoto. «Ho invitato in Abruzzo Giovanni Azzone, rettore del politecnico di Milano e project manager di Casa Italia», dice al Centro il governatore. Ma da oggi cominciamo a sentire anche altre voci della politica abruzzese.
EFFETTO A CATENA. «I soldi ci sono», dichiara Sara Marcozzi, consigliere regionale M5S che parla di ipocrisia dei governi nazionale, regionali e comunali. «E’ un sistema a cascata che parte dallo Stato centrale, passando per le Regioni fino ad arrivare ai Comuni», dice. «Pensiamo all’acquisto dei caccia bombardieri F-35 (quando quello che serviva erano Canadair!), ai decreti salva banche e banchieri, agli extra-sconti concessi alle concessionarie di slot-machine, ai finanziamenti di grandi opere inutili. Quando invece servivano soldi per l’adeguamento sismico di scuole e ospedali».
La consigliera dei 5 Stelle parla dell’Abruzzo: «A livello regionale», afferma, «gli sperperi si ripetono. Prendiamo il famigerato Masterplan: 1,5 miliardi di euro di fondi europei».
ZERO IN CONDOTTA. «Abbiamo chiesto a più riprese alla giunta regionale di programmare organicamente questa irripetibile opportunità e di mettere i soldi sui bisogni reali dei cittadini», continua Marcozzi, «nulla di tutto ciò è stato fatto dal governo regionale che ha trasformato il Masterplan nell’ennesima e inefficace distribuzione di soldi a pioggia. D’Alfonso, con il vezzo delle grandi (inutili) opere, ha preferito chiudersi nelle sue stanze e finanziarle con oltre 600 milioni di euro».
La consigliera fa degli esempi: «Il proseguimento della Fondovalle Sangro, per 190 Milioni di euro, le Vasche di laminazione sul fiume Pescara, per 55 milioni di euro, l'allungamento della banchina del porto di Ortona a uso e consumo di un impianto di deposito Gpl inviso alla popolazione, per 50 milioni di euro». E domanda: «Quanto c’è nel Masterplan di D’Alfonso per la sicurezza delle scuole? Zero».
CASO CHIETI. La proposta dei 5 Stelle è quella di cambiare la destinazione dei fondi del Masterplan dalle grandi infrastrutture, «utili ai fini elettorali», ai progetti concreti che mettano in sicurezza il territorio. Le accuse si spostano poi sui Comuni e i sindaci: «Nulla hanno fatto per contrastare questo elenco sterminato di sperperi di Stato. Prendo Chieti, la mia città, come esempio», dice la consigliera regionale: «Nel Masterplan vengono finanziati il prolungamento della filovia per 4 milioni e la costruzione di una funicolare per altri 10 milioni: due opere con la medesima finalità di unire la città alta allo Scalo. Due opere sovrapponibili e costose. Ma oggi non sono queste le priorità». La Marcozzi tira le somme: «Il M5S al governo avrebbe dato la massima priorità a interventi finalizzati alla messa in sicurezza del territorio e degli edifici pubblici come scuole e ospedali».
SPUNTI CONTABILI. «La quanto mai importante inchiesta sulla sicurezza delle scuole del quotidiano Il Centro riporta l'agenda della politica regionale e locale su quella che è una delle priorità per ogni amministratore, ovvero una scuola sicura per ogni studente». Così dice il capogruppo di Forza Italia in Regione, Lorenzo Sospiri. Il suo intervento darebbe anche spunti alla magistratura contabile. «Spesso si inneggia a richieste di nuovi finanziamenti», afferma Sospiri, «ma ciò che il governo regionale dovrebbe innanzitutto chiarire è se ha speso quanto già aveva. Mi riferisco», spiega il forzista, «al “Piano Scuole d'Abruzzo il Futuro in Sicurezza” ereditato dal Governo Chiodi».
CIFRE DA SMEMORATI. Il piano ha stanziano, nel 2011, la cifra complessiva di 226.421.450 euro di cui 155.787.593 per le scuole al di fuori del Comune dell'Aquila. «Gli interventi previsti», continua Sospiri, «riguardavano la riparazione e il miglioramento sismico di oltre 150 edifici, in quattro province e 96 comuni, per un totale di 30 mila studenti».
Il capogruppo di FI lancia un’accusa precisa: «Ad oggi, come facile riscontrare dall'Usrc (Ufficio Speciale Ricostruzione Comuni del cratere), sono stati approvati 82 progetti per 73 milioni di euro. Restano più della metà dei fondi assegnati da spendere».
PERSI PER STRADA. Quante scuole, di quelle elencate del piano del 2011 non hanno ancora speso i fondi per abbattere il rischio sismico? Sospiri dà anche la risposta: «Dei 226 milioni della giunta Chiodi a cui si sommerebbero i 23 milioni annunciati dal presidente D'Alfonso, lo stato di attuazione ad oggi è il seguente: 7% in programmazione; 15% in esecuzione; 10% gli interventi conclusi e 63% in fase di progettazione».
DUE SU TRE. Più dei due terzi degli interventi previsti deve ancora terminare la progettazione. Ecco la conclusione a cui giunge Sospiri: «Invece che fare tante chiacchiere concentriamoci sui fondi che già abbiamo. Fondi che riguardano l’intero Abruzzo e non solo i 23 Comuni del nuovo cratere sismico ai quali si limitano i finanziamenti che D’Alfonso annuncia di voler ottenere». (l.c.)