Spari a Pescara Vecchia, il questore: «Risposte tempestive dalle forze dell’ordine»

Parla Carlo Solimene: «Al lavoro da subito, stiamo indagando». E ribadisce: «Siamo in periferia ma anche in centro, sono dieci le zone “calde”»
PESCARA. Strategie di sicurezza per rispondere alle preoccupazioni dei cittadini di Pescara, anche alla luce dell’ultimo episodio avvenuto sabato sera, quando due uomini in sella a uno scooterone hanno sparato tra la gente, in corso Manthoné, due colpi con una pistola scacciacani. Il questore Carlo Solimene traccia una sorta di bilancio delle attività svolte negli ultimi due mesi, soffermandosi sulla collaborazione e il dialogo tra le istituzioni e i cittadini.
L’episodio di sabato a Pescara Vecchia è preoccupante, che ne pensa?
«Beh, di fronte a un fatto di una certa gravità, mi pare chiaro che la gente è preoccupata. Stiamo indagando».
Un fatto inaspettato?
«Si ricorda cosa è accaduto lo scorso anno? Ci fu il passaggio di quell’uomo, buttato fuori da un locale, che andò a casa, prese la pistola e quando tornò sul posto si mise a sparare contro gli addetti alla sicurezza. Per fortuna, nessuno di quei colpi andò a segno, però grazie all’intervento delle volanti e della squadra mobile, fu arrestato dopo tre ore. Questo magari non risolve, ma la risposta immediata e tempestiva c’è stata».
Controlli mirati sono stati effettuati a Rancitelli negli ultimi due mesi. Come agite in quel quartiere?
«Ci piace ascoltare i cittadini. Questo è un requisito fondamentale, un “must”, che non vale solo per Rancitelli, ma anche per i residenti del centro. I cittadini, grazie alla loro significativa presenza sul territorio, possono fornire spunti investigativi, di prevenzione, di controllo e di rafforzamento della sicurezza, ma soprattutto della percezione di sicurezza».
Ci sono quindi dei riscontri, anche da parte dei cittadini onesti di Rancitelli?
«Certo. Li abbiamo anche ricevuti qui un mese fa insieme con don Max. Ogni settimana ci sono dei controlli nel quartiere. Un’area difficile, ma in cui vivono anche tante persone perbene, che reagiscono perché vedono che tutte le forze di polizia sono disponibili al dialogo e all’intervento. L’esposto non resta sul tavolo. Poi il piano dei controlli viene deciso nell’ambito del comitato per l’Ordine e la sicurezza pubblica della Prefettura. Fondamentale l’interazione con i carabinieri, la guardia di finanza, la polizia locale, i vigili del fuoco, ma non solo. Un esempio virtuoso è il coinvolgimento di tutti gli stakeholders della sicurezza, quindi Asl, ispettorato del Lavoro, tecnici comunali per la verifica delle licenze e Capitaneria di porto».
E che dice sulle minacce subite dai consiglieri comunali Massimiliano Di Pillo e Domenico Pettinari?
«Massima solidarietà. E sulle segnalazioni relative al civico 229 di via Tavo, in particolare, stiamo verificando».
Oltre alle aree periferiche, quali sono le altre zone a rischio della città?
«Abbiamo individuato dieci zone, sulla base dei cosiddetti indici predittivi, che ci indicano la maggior incidenza di un fenomeno in una determinata area (furti di auto o nelle abitazioni, per esempio). Oltre alle zone periferiche, ci sono le aree del quadrilatero centrale, come piazza Santa Caterina e vie limitrofe, ma anche l’area di confine della pineta tra Pescara e Montesilvano».
E con il ritorno delle discoteche, come vi state muovendo?
«C'è stato un ridisegno plastico del rapporto pubblico-privato. La collaborazione con i gestori dei locali e con le aziende di sicurezza offre un vantaggio enorme, permettendo interventi più tempestivi e mirati. Controlli mirati, anche attraverso l'uso di metal detector, in occasione di grandi eventi».
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