Stella Maris occupata dai disperati

Entrano da un buco nel recinto e dormono dentro, lavori fermi in attesa dei privati

MONTESILVANO. Si infilano in un buco nel recinto, entrano dalle porte sbarrate con le travi di legno e si richiudono dentro. Sono i custodi abusivi della Stella Maris, l'ex colonia fascista che svetta sul lungomare. Materassi sotto le scalinate, rifiuti sul prato, muri imbrattati: ecco com'è la Stella Maris affetta da crisi del decisionismo. Per la Stella Maris, ex colonia fascista progettata nel 1936 da Francesco Leoni e Carlo Liguori e costruita nel 1941 «per la salute dei figli del popolo», sono state spese parole su parole ma l'edificio che domina il lungomare di Montesilvano resta un cantiere senza operai. L'edificio a forma di aeroplano è la casa dei disperati: succede sotto gli occhi dei residenti di via Trieste abituati a contare, tutti i giorni, gli inquilini abusivi di uno dei simboli dell'architettura moderna. Il 2 e il 30 agosto scorsi, cinque senegalesi, tre marocchini e un italiano sono stati scoperti dai carabinieri all'interno dell'edificio.

VIDEO La colonia fronte mare vittima del degrado

5 MESI SENZA CONTROLLI Nessun controllo da quasi cinque mesi e la Stella Maris, più di tremila metri quadrati, è tornata abitata. Accade mentre la Provincia di Pescara, proprietaria dell'immobile, è costretta a varare un «piano di dimensionamento» delle scuole e ad accorpare gli istituti per recuperare aule: l'Itc Manthoné e l'Itc Aterno di Pescara si fonderanno per lasciare una sede all'alberghiero De Cecco. Ma per far usare l'Aterno al De Cecco, la Provincia sarà costretta a eseguire lavori.

IL VIAGGIO ALL'INTERNO Al di là della targa del 1941 su una colonna - «Il duce costruisce la colonia della federazione dei fasci di combattimento di Rieti per la salute dei figli del popolo» - si arriva nel ventre della Stella Maris. Come? Passando da una delle porte: il recinto di ferro e lo sbarramento con pezzi di legno inchiodati ai muri non bastano a fermare le incursioni. L'immagine della Stella Maris da dentro è devastante: i muri sono imbrattati dalle scritte dei vandali - dalle svastiche naziste agli slogan fascisti «boia chi molla»; i canali di rame e i fili della corrente elettrica sono stati rubati; un locale del primo piano è un dormitorio. A terra ci sono i materassi: su uno c'è un piumone rosso, su un altro una coperta leopardata. Intorno, un fardello d'acqua, ciabatte, un ombrello e medicine. Accanto a uno dei giacigli, c'è anche una candela in un bicchiere.

I SOLDI DEI PRIVATI Per la Provincia, la speranza di cambiare il destino dell'ex colonia fascista è tutta nei soldi dei privati. L'altra faccia della medaglia è che le istituzioni pubbliche saranno esautorate dalla gestione. Entro febbraio la Provincia darà il via a un project financing da sei milioni di euro per cercare imprenditori interessati a completare i lavori in cambio della gestione servita su un piatto d'oro. Sì ma cosa gestire? Il futuro resta nebuloso: «L'ex colonia ospiterà una vetrina d'Abruzzo», afferma l'assessore provinciale al Patrimonio Aurelio Cilli pensando a un «punto per le informazioni turistiche e di formazione scolastica». Toccherà alle società private entrare nel dettaglio. L'obiettivo di Cilli è chiudere la partita burocratica entro settembre e affidare i lavori: cantiere fermo, quindi, almeno per altri otto mesi.

CONFLITTO CON COMUNE Ma mentre l'assessorato provinciale al Patrimonio si incammina sulla strada del bando di gara, spunta un'altra opportunità che già prefigura un conflitto istituzionale: è di ieri un incontro tra l'assessore provinciale ai Lavori pubblici Roberto Ruggieri con l'assessore all'Urbanistica di Montesilvano Mimmo Di Giacomo e con il vicesindaco di Pescara Berardino Fiorilli: «Il futuro della Stella Maris dovrà essere integrato con l'ambiente circostante. Non si può decidere una destinazione d'uso senza considerare lo sviluppo del quartiere di Villa Verrocchio», dice Di Giacomo. La soluzione accarezzata è la partecipazione a Europam: un concorso europeo di progettazione per riconvertire la Stella Maris, la riviera e l'area di via Lazio compreso il palazzo popolare al numero 61 (di proprietà del Comune di Pescara). «Entro il 15 febbraio si deciderà se partecipare a Europam oppure no», spiega Di Giacomo.

IL RIFUGIO DEI DISPERATI Dal futuro al presente con la Stella Maris nel degrado: è un rifugio di disperati. L'edificio è tutt'altro che inespugnabile: si entra da via Trieste, a trenta metri dal mare, da un pertugio nella recinzione che nessuno ripara. «Da quel buco entrano ed escono persone», indica Alain Loria, promotore di un comitato spontaneo di residenti che si è dato il nome di Coordinamento delle famiglie del lungomare e via Trieste. «L'edificio non è protetto», commenta Loria, residente da otto anni a Montesilvano, sempre accanto a un aeroplano che non decolla.

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