Stop alla musica sulla riviera: Masci spegne la musica al Pepito Beach

22 Giugno 2025

L’Arpa rileva rumori troppo forti in due serate e scatta la sospensione: per salvare le feste, servono interventi di contenimento

PESCARA. La crociata dell’amministrazione Masci contro i rumori non si ferma e l’estate della movida pescarese parte con la prima ordinanza di stop alla musica. Dopo la zona di piazza Muzii, con l’ordinanza Cenerentola che allo scoccare della mezzanotte mette fuorilegge tavolini all’aperto e drink alcolici, nel mirino del Comune finisce anche la riviera degli stabilimenti balneari: è stato il sindaco Carlo Masci di Forza Italia, venerdì scorso, a firmare l’ordinanza numero 93 che dispone la «sospensione dell’intrattenimento musicale» allo stabilimento Pepito Beach, uno dei più frequentati del lungomare nord.

L’ordinanza di Masci si basa sui controlli eseguiti dall’Arpa durante due serate di festa. Questo il passaggio fondamentale della relazione dell’Arpa trasmessa al Comune: «Il controllo fonometrico, operato nella serata di venerdì 30 maggio e nella notte tra sabato 31 maggio e domenica primo giugno ha prodotto le seguenti risultanze: è stato riscontrato il superamento, nel periodo notturno, del valore limite differenziale nella modalità di misura “a finestra aperta”, per la musica amplificata e il rumore antropico provenienti dallo stabilimento balneare Pepito Beach». L’ordinanza impone ai gestori «la sospensione dell’intrattenimento musicale e/o l’utilizzo degli impianti elettroacustici e attuare adeguati interventi di bonifica e di adozione di ogni utile accorgimento tecnico/funzionale e organizzativo finalizzato a ricondurre il rumore, entro i limiti previsti dalla normativa vigente». E sui gestori pesa la «dimostrazione dell'avvenuta esecuzione di adeguati interventi tecnici funzionali ed organizzativi che consentano il rientro del valore limite differenziale negli ambienti abitativi e nell’ambiente esterno come dettato dalla normativa vigente».

Il gestore può impugnare l’ordinanza al Tar entro 60 giorni. Nel frattempo, Asl e polizia locale sono incaricati al controllo della «regolare esecuzione» dell’ordinanza.