Tari, ora la seconda rata: chi paga per intero e chi no 

Sono i Comuni a decidere la data, per la maggior parte si avvicina la scadenza Negli affitti spetta all’inquilino. Sconti per famiglie in difficoltà e per chi vive solo

Nella maggior parte dei comuni si avvicina la scadenza della seconda rata della Tari, quella di luglio. Sono i municipi a decidere il calendario del pagamento della tassa sui rifiuti, che solitamente prevede due acconti e il saldo a fine anno.
I Comuni decidono anche la tariffe base, sia per le abitazioni che per le utenze non domestiche: la Tari serve infatti a coprire la gestione per la raccolta, il trasporto e lo smaltimento dei rifiuti, ma anche lo spazzamento e il lavaggio delle strade, ed è formulata in base a questi costi.
Ci sono però bonus e sconti previsti a livello nazionale per le famiglie in difficoltà economiche, ma anche per chi produce meno rifiuti perché vive da solo o all’estero.
CHI LA DEVE PAGARE
La Tari è dovuta da chiunque utilizzi locali o aree scoperte che producono rifiuti urbani, l’imposta non è dovuta sulle aree scoperte pertinenziali o accessorie delle abitazioni (come terrazze, balconi, cantine, giardini) e le aree condominiali comuni (come ascensori, scale, atri).
Non è sempre il proprietario a dover pagare: è infatti a carico dal titolare di un diritto reale di godimento. In caso di affitto, se è stato stipulato un contratto che dura almeno 6 mesi, l’imposta è quindi a carico del locatario.
QUANTO SI PAGA
Il principio in base al quale si applica la Tari è quello del “chi inquina paga”, che è stato stabilito a livello comunitario. Alcuni Comuni più virtuosi applicano questo principio commisurando il pagamento dell’imposta alla reale quantità di rifiuto indifferenziato che viene prodotto.
In generale, però, se il Comune non è in grado di applicare una tariffazione puntuale, può decidere di parametrare l’importo in base alla superficie dell’immobile e alla quantità e qualità dei rifiuti prodotti secondo la stima e la destinazione d’uso dei locali. Poiché la quantificazione dell’imposta dipende anche dal numero di occupanti dell’immobile, qualsiasi variazione in tal senso deve esser segnalato immediatamente al gestore della tariffa. Tutto questo compone la “tariffa fissa”, a cui si aggiunge la “tariffa variabile” calcolata ogni anno sulla base dei costi di servizio.
BONUS E AGEVOLAZIONI
Esistono due tipi più uno di agevolazioni e sconti per la tassa sui rifiuti.
Il primo è nazionale ed è il Bonus rifiuti che, come per i bonus sociali dedicati a luce, gas e acqua, è un’agevolazione economica – che può arrivare fino al 20% di sconto sul dovuto – che garantisce la riduzione della spesa per la Tari per i nuclei familiari in condizione di disagio economico. Lo sconto sulla Tari è applicato automaticamente ai contribuenti che possiedono i seguenti requisiti: nucleo familiare con Isee fino a 8.107,5 euro; famiglie numerose con Isee fino a 20mila euro; i beneficiari del reddito o della pensione di cittadinanza. Le regole specifiche vengono però stabilite da ogni Comune, quindi occorre informarsi direttamente presso il gestore della Tari.
Poi ci sono le agevolazioni – che possono anche diventare esenzioni totali – previste a livello nazionale ma facoltative per i singoli Comuni. Sono per esempio quelle previste per abitazioni con unico occupante; per abitazioni o locali tenuti a disposizione per uso stagionale o altro uso limitato e discontinuo come le case vacanza; abitazioni occupate da persone che risiedono all’estero per più di sei mesi all’anno; fabbricati rurali ad uso abitativo; le case inadatte all’alloggio e sprovviste di contratti di luce, gas e acqua; produzione di compost dalla frazione umida della raccolta differenziata. I Comuni possono anche optare per altre esenzioni o agevolazioni in base alle necessità specifiche del territorio.
C’è poi una terza tipologia di esenzioni, obbligatoria per i municipi: quella in caso di riduzione del servizio. Devono infatti prevedere riduzioni del pagamento per periodi temporanei qualora non sia possibile procedere alla gestione dei rifiuti, come ad esempio quando avvengono calamità naturali o ci sia un problema organizzativo del gestore. In questo caso la riduzione può essere anche dell’80% di quanto dovuto.