Un mese fa la scomparsa del sub pescarese a Ravenna: «La madre ha perso le speranze»

Ancora nessuna notizia di Ugo Coppola. L’avvocato della 84enne: «La signora ha capito la situazione». Ricerche sospese, sequestrati alcuni abiti, ma resta aperto solo un fascicolo in Procura contro ignoti
PESCARA. Un mese fa Ugo Coppola si è immerso per l’ultima volta in mare, la sua più grande passione che alla fine lo ha portato alla morte. Dallo scorso 13 agosto non si hanno più notizie del sub pescarese, 54 anni, che si era immerso nello specchio d’acqua intorno al relitto del Paguro, nel Ravennate. Da lì, Coppola non è più tornato facendo scattare l’allarme e mettendo in moto la macchina dei soccorsi. Ma le speranze, considerando la profondità dell’area, si sono affievolite dopo poche ore. Le ricerche da parte dei gruppi dei sommozzatori dei vigili del fuoco e guardia di finanza si sono fermate già da settimane e continueranno solo nel corso dell’ordinaria attività navale operativa della Guardia costiera. Intanto, la Procura di Ravenna ha aperto un fascicolo senza ipotesi di reato e, al momento, sono stati sequestrati solo alcuni effetti personali che il sub aveva lasciato nell’albergo di Rimini, da cui un mese fa era partito alla ricerca alla volta di Ravenna per l’immersione.
Originario di Villalago, nell’Aquilano, il 54enne viveva con la mamma a Pescara, nella zona di Porta Nuova. Ed è stata proprio la mamma, Sandra Puccini, 84 anni, la prima ad essere contattata un mese fa dai soccorritori per essere informata della scomparsa del figlio Ugo.
«Nonostante l’età», dice il legale della famiglia Domenico Ciancarelli, «la madre è perfettamente lucida e da subito ha capito la situazione. Ormai anche lei si è rassegnata e non ha più speranze. Collabora con gli inquirenti per le ricerche».
A parlare il giorno della scomparsa era stata anche la cugina Brunella Quaglione, consigliera comunale di Villalago. Anche lei da subito ha preso consapevolezza dell’incidente. «Ci hanno detto che le riserve di ossigeno durano circa un’ora», aveva detto, «e ormai ne sono passate molte, purtroppo. Si fa strada l’idea che non ci sia più molto da fare. Sembra tutto surreale».
Negli anni il 54enne aveva preso diversi brevetti che gli permettevano di fare immersioni fino a 40 metri di profondità: tante le foto sui social che raccontano e ricordano le sue ultime avventure tra i fondali di ogni parte d’Italia e non solo. Amante della musica, il 54enne suonava l’organo nella parrocchia di San Luigi. Era anche molto attivo anche nell’associazionismo, iscritto al gruppo volontari dei Vigili del fuoco e della Protezione civile.