Tasse flop, il ministero punisce il Comune

San Giovanni Teatino, tagli di 750mila euro per la riduzione delle entrate. Marinucci accusa l’ex giunta

SAN GIOVANNI TEATINO. Il patto di stabilità 2015 punisce, con tagli pesantissimi, il Comune di San Giovanni Teatino per i troppo scarsi incassi dei tributi nel triennio 2008-2010, nonostante negli ultimi anni l’ente abbia riscosso più tributi del previsto. Non è bastato il 102,2% di riscossioni del 2011, il 90,2 del 2012, nemmeno il 121% del 2013 e 103% del 2014 per evitare la stangata da Roma, perché i parametri del patto 2015 sono stati costruiti tenendo conto della media degli incassi nel quinquennio 2008-2012, media crollata per il 79,3% di riscossione nel 2008, 65,9% nel 2009, 71,6% nel 2010. «Una batosta di 750.000 euro più dello scorso anno che ci stata comunicata solo a luglio», spiega il sindaco Luciano Marinucci, «l'obiettivo è di 2.128.285 euro, contro 1.365.000 dell’anno scorso. Uno duro colpo per noi, sapendo che per trovare le risorse necessarie avremmo dovuto incrementare le tariffe o tagliare servizi. Com'è ormai noto, la mannaia del Mef si è abbattuta sul Comune, perché dal 2008 al 2010 l'amministrazione Caldarelli ha previsto di riscuotere molto di più di quanto i cittadini avrebbero potuto realmente pagare».

In sostanza sui bilanci previsionali gli importi relativi alle entrate tributarie erano superiori alle somme poi realmente incassate dall’ente. Ed è su questa differenza che nelle passate settimane Roma ha presentato il conto, salato, al Comune. «La precedente amministrazione spendeva come se avesse incassato il 100%», continua Marinucci, «all’opposizione che sostiene che nel 2013 e 2014 non siamo stati capaci di incassare quanto preventivato in bilancio, rispondo che percentuali parlano chiaro. Abbiamo sempre avuto entrate superiori alle previsioni, nonostante la crisi economica generale. Gli errori fatti in passato ora costeranno caro, purtroppo, a tutta la collettività e non solo a chi li ha causati».

Gabriella Di Lorito

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