Terremoto L'Aquila, una ricostruzione da 17,5 miliardi 

Ecco il dossier del Senato su provvedimenti e risorse destinati alla ricostruzione, 213 milioni destinati alle attività produttive

PESCARA. Dal 2009 a oggi sono stati stanziati per il terremoto dell’Aquila 17,5 miliardi di euro, il 90 per cento dei quali destinati alla ricostruzione o al ripristino del patrimonio immobiliare, mentre al sostegno delle attività produttive sono stati destinati 213 milioni.
In totale per i terremoti dell’Aquila, dell’Emilia e del Centro Italia (72.400 eventi sismici per quest’ultimo, registrati dal 24 agosto 2016), i governi hanno stanziato 20,1 miliardi di euro tra il 2009 e il 2017, mentre sono previsti interventi per altri 18,7 miliardi nel periodo 2018-2047. Quaranta miliardi in tutto. Una manovra finanziaria di tutto rispetto. Il dato è contenuto nel dossier “Terremoti” del Senato, realizzato dall’Ufficio Valutazione Impatto di Palazzo Madama in collaborazione con l’Ingv, l’Istituto nazionale di geofisica e vulcanologia.

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PRIME MISURE. Il primo intervento per fronteggiare le conseguenze del sisma dell’Aquila è arrivato pochi giorni dopo l’evento del 6 aprile 2009 con il decreto 39/2009 che ha stanziato risorse per 10,1 miliardi. Primo di una lunga sequenza che ha privilegiato ovviamente il momento della ricostruzione su quello della prevenzione. Altre misure sono state il decreto 16 del 2012 (esenzioni Imu per immobili distrutti o sgomberati); il 96/2012 che ha trasferito ai territori colpiti dal sisma 10 milioni di euro risparmiati dalla riduzione dei contributi ai partiti politici; la legge di stabilità 2013; i contributi per la ricostruzione degli immobili introdotti dal decreto 43/2013 (1,2 miliardi nel periodo 2013-2019); la legge di stabilità 2014 (631 milioni per la ricostruzione degli immobili privati); e soprattutto la legge di stabilità 2015 (4,5 miliardi) che ha l’obiettivo di sostenere la ricostruzione privata attraverso l’avvio di una programmazione pluriennale.
Quanto alla predisposizione di risorse per la prevenzione, precisa il rapporto, «è stata inserita solo sporadicamente nei provvedimenti dei primi anni. Il legislatore si è riservato la possibilità di interventi sulla prevenzione con misure di più ampia e generale portata, come quelle finalizzate al potenziamento strutturale anti-sismico degli edifici in termini non emergenziali e con ambito applicativo più generale (non limitato, quindi, alle aree interessate dai sismi)».
Ci sono però eccezioni come il Fondo per la prevenzione del rischio sismico, ovviamente non rivolto specificamente alle aree dell'Aquilano.
DIFESA SISMICA. Importante per la prevenzione sismica è anche il decreto 50/2017 che finanzia 10 cantieri pilota per la difesa sismica degli edifici pubblici con 25 milioni per il 2017 e concede ai comuni posti nella zona sismica 1 (quella a maggiore rischio), per la copertura delle spese di progettazione definitiva ed esecutiva di edifici anti-sismici, di contributi in misura pari a 5 milioni di euro nel 2017, 15 milioni nel 2018 e 20 milioni nel 2019. Incentivi fiscali sono previsti nelle stesso decreto per l'acquisto di case anti-sismiche nei comuni ricadenti nelle zone a rischio sismico 1, stanziando a tal fine le somme di 0,4 milioni (2017), 7,3 milioni (2018), 14,5 milioni (2019), 20,6 milioni (2020), 26,7 milioni (2021), 32,4 milioni (2022), 19,2 milioni (2023), 11,4 milioni (2024) e 4,6 milioni (2025).
Una goccia nel mare, giacché si stima che per interventi di messa in sicurezza sismica solo nei 648 comuni a maggiore rischio sismico del Paese occorrano circa 25 miliardi di euro.
Eppure è su questo punto che dovrà concentrarsi l’attenzione del Paese, come ha ribadito ieri il presidente della Commissione Ambiente della Camera Ermete Realacci: «Un contributo importante in termini di prevenzione e sicurezza può arrivare, per tutto il Paese, dal sisma bonus che prevede fino all'85% di credito di imposta per i lavori di messa in sicurezza antisismica degli edifici. Una misura che si affianca a credito di imposta per ristrutturazioni ed ecobonus che nel 2016, secondo un recente rapporto di Symbola e Cresme, hanno generato 28,2 miliardi di euro di investimenti e 419mila posti di lavoro tra diretti e indotto. Contribuendo ad una nuova edilizia di qualità». Un invito a puntare sulla prevenzione arriva anche dal presidente dell’Ingv Carlo Doglioni: «Purtroppo nel tempo si cerca di dimenticare la tragedia, rimuovendone la memoria che ci deve invece spronare a guardare al futuro facendo prevenzione e studiando sempre meglio l'origine dei rischi naturali».
CENTRO ITALIA. Del terremoto del 2016 ha dato i numeri il governatre Luciano D’Alfonso lunedì nel vertice a Palazzo Chigi con il premier Gentiloni. Sono 23 i comuni abruzzesi del cratere sismico con 103mila abitanti interessati. In 210 giorni sono state portate avanti 37mila verifiche di danni a edifici privati e pubblici; ci sono 5300 persone assistite sia con contributi di autonoma sistemazione sia all'interno di strutture alberghiere, queste ultime sono 1400. Complessivamente nelle quattro regioni colpite (Abruzzo, Lazio, Marche, Umbria) sono stati stanziati 13,1 miliardi di euro.
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