Toto: sì al progetto ma prima la bonifica

Nuovo incontro al ministero per il polo chimicodi Bussi: l’azienda non può intervenire se non vengono rimossi i veleni

BUSSI SUL TIRINO. La reindustrializzazione del sito chimico dove sono dislocati gli impianti Solvay richiede necessariamente la sua bonifica integrale. E’ quanto venuto fuori ieri nell’incontro al ministero dell’Ambiente a Roma convocato per fare il punto sul progetto di reindustrializzazione presentato dalla Toto spa, che intende realizare sul sito un cementificio, una officina meccanica per la manutenzione di vagoni ferroviari, uno stabilimento per la produzione di conci prefabbricati in cemento armato, il tutto sostenuto da una centrale di generazione di energia elettrica a basso costo. Un investimento consistente che dovrebbe garantire circa 300 posti di lavoro iniziali, comprensivi anche di quelli dell’indotto esterno. Al tavolo dei lavori con il sindaco di Bussi Marcello Chella, il vice Giulio Di Berardino, il commissario Adriano Goio, il vice presidente della giunta regionale Alfredo Castiglione, i rappresentanti della Toto spa Giampiero Leombroni e Pasquale Galante. E’ toccato a loro presentare e spiegare il progetto, che ha avuto anche il conforto di uno studio che la Toto ha commissionato al dipartimento di chimica della università La Sapienza di Roma, diretto dal professor Marco Petrangeli Papini, che fornisce le indicazioni per come poter bonificare in loco l’area inquinata. «Una bonifica indispensabile», ha riferito Galante, «poiché le aree sulle quali imporre i nostri stabilimenti sono punteggiate da pali di fondazione di varie profondità che necessariamente bisogna rimuovere per realizzarne degli altri adeguati alle nuove costruzioni e con essi è inevitabile smuovere anche il terreno impregnato delle tantissime sostante altamente tossiche». Galante ha fatto presente che anche aree periferiche della mega discarica dei veleni di Tremonti, al momento coperta dal “capping” e delimitata dal sistema delle palancole realizzate dal commissario Goio, con l’intento di impedire infiltrazioni di inquinanti nella falda profonda, potrebbero entrare nel progetto come vie di comunicazione, dunque la bonifica dovrebbe essere estesa anche a queste zone. Goio, del resto, dispone di 50 milioni di euro per eseguire la bonifica, erogabili con tre rate annuali. Non resta, perciò, che dare attuazione all’accordo di programma che le parti in questione hanno da tempo sottoscritto al ministero dell’Ambiente. Evoluzioni della trattativa da oggi saranno condizionate alla messa in cantiere delle operazioni di bonifica. La Toto si è detta pronta, in grado di iniziare i lavori nell’arco di pochi mesi, la bonifica potrà seguire la stessa tempistica. Certo è che la situazione occupazionale diventa sempre più grave ed insostenibile dopo la recente apertura della cassa integrazione guadagni per altri 22 lavoratori Solvay per la dismissione di impianti relativi ai silicati ed alla chimica fine. La Solvay dunque sembra gli organici, chiude reparti e per i circa 100 lavoratori (oggi effettivi una ottantina) non si profilano le condizioni per il loro reimpiego. L’accordo di programma infatti prevede che le stesse maestranze dovrebbero essere utilizzate anche nella bonifica, per creare continuità occupazionale. Alla Toto è stato concesso il termine per depositare il progetto preliminare di trenta giorni, dopo di che si avranno altri incontri in sede ministeriale per definire ulteriormente le fasi esecutive.

Walter Teti

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