Trivelle di fronte alla costa abruzzese: c’è un nuovo progetto

L’Enel Longanesi Developments ha presentato una domanda al Mise per ottenere un permesso di ricerca di idrocarburi. La preoccupazione del Forum per i movimenti dell’Acqua: la concessione è grande come il Parco della Majella

PESCARA. Il Forum Abruzzese dei movimenti per l'acqua esprime preoccupazione per il nuovo progetto di ricerca idrocarburi. «L'assalto delle trivelle al mare Adriatico prosegue senza sosta», scrivono gli ambientalisti. «Lo scorso 31 luglio 2014 la società Enel Longanesi Developments ha presentato una domanda al Ministero dello Sviluppo Economico per ottenere un permesso di ricerca di idrocarburi in una tratto di mare tra Pescara e il Cerrano, vasto ben 73.850 ettari (istanza denominata d509 B.R-.EN), le stesse dimensioni di un parco nazionale come quello della Majella».

Per il Forum «è l’ennesima dimostrazione che il mare Adriatico è sempre di più nelle mire delle multinazionali petrolifere favorite dalla sciagurata politica degli ultimi governi italiani, prima Monti, poi Letta e ora Renzi. Quest’ultimo con il cosiddetto decreto “Sblocca Italia – Italia fossile” vuole trivellare praticamente ovunque nel belpaese e in Abruzzo. Invece di favorire il risparmio e l’efficienza energetica e scommettere sull’’energia prodotta da sole, acqua e vento, puntando sulle tecnologie più moderne, una politica miope rischia di istradare la nostra regione sulla strada ormai moribonda dell’industria petrolifera, responsabile del collasso ambientale e climatico in atto sulla Terra. Il tutto per favorire gli interessi di pochissimi a discapito dell’economia diffusa, visto che l’industria degli idrocarburi crea pochissimi posti di lavoro rispetto a turismo, fonti rinnovabili, pesca ed agricoltura. Questo senza considerare i gravissimi danni ambientali che connotano tutte le aree interessate da prospezioni ed estrazioni di idrocarburi».

Un nuovo sito che si andrebbe ad aggiungere a quelli già estistenti. «Questa ennesima istanza», spiega ancora il Forum, «si aggiunge alla enorme mole di titoli già rilasciati in questi anni lungo la costa italiana dell’Adriatico, a riprova che i croati stanno solo copiando le politiche irresponsabili che noi italiani perseguiamo da tempo. Una raffinata strategia di comunicazione ha creato negli italiani la paura di poter perdere qualcosa dopo le scelte della Croazia sullo sfruttamento dei giacimenti in Adriatico. A parte che due errori non fanno una cosa buona, i nostri vicini stanno solo rispondendo ad iniziative attivate dal nostro paese. Basta guardare le mappe con le concessioni e le piattaforme già operative sul lato italiano per rendersi conto che è stata solo un’abile operazione di marketing da parte dei filo petrolieri (tra cui Romano Prodi che ricordiamo essere stato prima Ministro dell’Industria dei governi Andreotti e poi presidente dell’IRI che gestiva la Italsider di Taranto, ora ILVA; insomma una vera e propria garanzia in tema di sviluppo sostenibile…)».

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Il Forum abruzzese dei Movimenti per l’Acqua parteciperà domani al Consiglio Comunale straordinario convocato a Pescara per discutere sulla deriva petrolifera e sul decreto “Sblocca trivelle” di Renzi che ora è all’esame del Parlamento. «Chiederemo agli amministratori del comune di prendere posizione deliberando la più ferma opposizione al provvedimento e inviando le proprio osservazioni negative ai vari progetti che interessano da vicino la costa pescarese a cominciare dal progetto Elsa2 per il quale è in corso la procedura di Valutazione di Impatto Ambientale presso il ministero dell’Ambiente (il 28 Settembre scadono i termini per le osservazioni). In generale è indispensabile riformulare la Strategia Energetica Nazionale che prevede la trasformazione per i prossimi decenni dell’Abruzzo in Distretto minerario».

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