Una grande prova per la classe dirigente

Abbiamo avuto in Abruzzo 20 milioni di tonnellate di neve con caratteristiche di pesantezza senza precedenti e 177mila utenze sospese per ciò che è relativo alla distribuzione di energia elettrica, oltre a un susseguirsi di scosse sismiche

“L'ora delle responsabilità. Perché il disastro non si ripeta”. Con questo editoriale il direttore del Centro Primo Di Nicola ha invitato nei giorni scorsi la classe dirigente abruzzese ad una riflessione sui disservizi legati all’ondata di maltempo e sui fatti di Rigopiano. Dopo i contributi di Federica Chiavaroli, Stefania Pezzopane, Gianni Melilla e Sara Marcozzi, ecco l'intervento del presidente della Regione Abruzzo Luciano D'Alfonso.

 

Gentile Direttore, ben venga l'intento programmatico dichiarato nel suo ultimo editoriale, ovvero stanare le responsabilità per gli eventi legati all'emergenza metereologica e sismica che ha colpito la nostra regione nel mese di gennaio. La Regione non coltiva ostacoli ma è attiva collaboratrice di chiunque voglia accertare e verificare responsabilità, poiché la responsabilità - ossia il saper dare risposte - è il fondamento delle istituzioni democratiche, con il supporto imprescindibile della pubblica opinione formata e informata. L'eccezionalità del fenomeno cui abbiamo assistito è ormai un dato acclarato.

Abbiamo avuto in Abruzzo 20 milioni di tonnellate di neve con caratteristiche di pesantezza senza precedenti e 177mila utenze sospese per ciò che è relativo alla distribuzione di energia elettrica, pari a oltre 500mila cittadini lasciati senza fornitura. A questo si è unito un susseguirsi di scosse sismiche che hanno avuto il loro epicentro nel territorio aquilano, con un percepito in tutto l'Abruzzo.

Pur nella straordinarietà del caso, è evidente che vada riletto e verificato tutto il funzionamento istituzionale alla luce degli accadimenti. Le responsabilità vanno accertate in modo implacabile e possibilmente rapido. Come ha sottolineato il Presidente Paolo Gentiloni in Parlamento, non per dare la caccia ai colpevoli - la cui individuazione relativa a fattispecie penali compete ai tribunali - ma al fine di distinguere ciò che poteva essere evitato con la normale diligenza del buon padre di famiglia da ciò che non si poteva.

Le modifiche del clima registrate negli ultimi vent'anni stanno trasformando questi fenomeni meteorologici - un tempo ritenuti anomali - in eventi che mostrano una cadenza sempre più frequente. Di questo occorre prendere rapidamente atto e quindi irrobustire e dettagliare i Piani comunali di Protezione civile e i Piani Neve con coperture "zonali" straordinarie e mezzi tecnici adeguati alle esperienze patite.

E' mia opinione che il sistema di Protezione civile, che è fatto da una pluralità di attori che vanno dal coordinamento nazionale al volontariato, abbia sostanzialmente dato buona prova di sé. Non smetteremo mai di ringraziare l'eroismo autentico dei vigili del fuoco, delle guardie forestali, del 118, del soccorso alpino, degli operatori tutti e dei volontari che hanno messo a repentaglio le proprie vite per soccorrere il prossimo. E' chiaro che se vi sono state falle nel sistema, dovranno essere accertate ed individuate per migliorare.

Ciò che davvero ha reso insostenibile il disagio della popolazione è stato il collasso della rete dell'energia elettrica, in particolare da parte di uno dei soggetti gestori: costoro devono recuperare una capacità di adesione autentica al territorio. Su questo fronte saremo ferrei nell'esigere non solo gli indennizzi, ma anche il risarcimento dei danni subiti dagli abruzzesi. Oltre a questo, pretendiamo che si faccia chiarezza con evidenza documentata sull'efficacia degli investimenti già effettuati e sulla certezza qualitativa e quantitativa degli investimenti futuri, da poter verificare in maniera congiunta da personale dell'Enel e della Regione.

Al Governo abbiamo chiesto - dopo l'apposita delibera del Consiglio dei Ministri del 20 gennaio, che contempla il risarcimento di tutti i danni diretti - il riconoscimento dei danni indiretti al sistema produttivo regionale e l'avvio di una riflessione normativa velocissima, accompagnata da misure concrete, per una zona economica speciale delle realtà dell'Appennino colpite dalle recenti calamità. Penso a misure riguardanti le imposizioni fiscali, alla semplificazione e alla riduzione totale o parziale dei procedimenti autorizzativi di pertinenza delle attività produttive, allo spostamento degli oneri finanziari gravanti sulle imprese (da sottoporre a idonea e consistente rateizzazione) e a un piano di manutenzione straordinaria del territorio. Ho incontrato su questo punto l'ascolto interessato e l'attenzione partecipe del Capo dello Stato.

Il raggiungimento di questi obiettivi richiede una grande prova di unità della classe dirigente regionale. La lotta politica può essere civilmente combattuta su tutto il resto, ma sulla ripartenza dell'Abruzzo colpito dalle calamità abbiamo il dovere di essere tutti orgogliosamente abruzzesi.

Luciano D'Alfonso

* Presidente della Regione Abruzzo