Va sotto i ferri per dimagrire e rischia di perdere la vita

L’odissea dell’avvocato pescarese Melania Navelli sottoposta a un intervento in una clinica a Cesena Dopo forti dolori all’addome è stata trasportata all’ospedale civile di Pescara: ora è grave

PESCARA. Doveva essere un intervento per dimagrire di poche ore in day hospital, si è trasformato in un dramma. È la storia di Melania Navelli, avvocato pescarese di 45anni, che ha deciso di sottoporsi a un intervento chirurgico all’avanguardia, chiamato gastroplicatura, per poter perdere un po’ di chili. Ma l’operazione non è andata come previsto e ora la donna rischia la vita. Sulla vicenda starebbe indagando la magistratura.

Tutto comincia nel mese di luglio, quando Melania, su consiglio di un’amica, decide di operarsi per perdere peso. Qualche chilo di troppo messo su nel corso degli anni e difficile da smaltire. Alla donna viene indicata una clinica di Cesena dove effettuano abitualmente quel tipo di operazione coperta dalla mutua. La gastroplicatura, le viene spiegato, è un intervento per il trattamento dell’obesità. Consiste in una riduzione dello stomaco in laparoscopia: il transito alimentare diventa a quel punto più veloce, con il cibo che arriva precocemente nell’intestino, stimolando così la sazietà.

Melania si fa accompagnare dal marito a Cesena a luglio, fa una visita in day hospital nella clinica e i medici la invitano ad aumentare ancora un po’ il suo peso prima di sottoporsi all’intervento. Passata l’estate, la donna è pronta per l’operazione. Il 2 ottobre raggiunge Cesena per il ricovero e il giorno successivo viene operata. Ma dopo l’intervento cominciano i problemi. Melania si sente male dopo essere uscita dalla sala operatoria. Vomita, ha forti dolori addominali che proseguono per due giorni. A questo punto le dimissioni dall’ospedale non possono avvenire. Più passano i giorni e più la donna sta male. Il personale medico, quindi, decide di sottoporla ad una Tac e grazie a quell’esame si scopre che l’avvocatessa ha una piccola lacerazione nell’intestino. Una ferita che si trasforma ben presto in peritonite. I medici la operano di nuovo per poter richiudere immediatamente la ferita. L’operazione si conclude con l’introduzione di un sondino per alimentarla e di alcune cannule per lo spurgo. Ma i giorni passano e i forti dolori addominali proseguono. I medici tentano di farle mangiare un gelato e una minestrina, ma la donna rifiuta il cibo. Ha la febbre a 38 gradi. Il marito si preoccupa e chiede ai medici di trasferirla in un altro ospedale. I sanitari insistono per tenerla lì e il marito chiama i carabinieri. La situazione si sblocca con il trasferimento della donna all’ospedale civile di Cesena. Anche lì le cose vanno male. Le sue condizioni sono sempre più critiche e la ferita all’intestino non si è rimarginata. I medici consigliano un’altra operazione. Ma il marito, sempre più preoccupato, chiede l’immediato trasferimento all’ospedale di Pescara. Il trasferimento costa ai familiari 580 euro per l’ambulanza.

La donna arriva a Pescara in gravi condizioni. Con un esame si scopre che ha una lacerazione anche allo stomaco. Ora è in attesa di essere operata di nuovo.

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