Con Auteri 3 anni fa l’ultima volta davanti a tutti
All’inizio della stagione 21/22 biancazzurri in testa al girone C. Ora si sogna con il toscano e i suoi valori
PESCARA. Sono passati tre anni da quando il Pescara si era seduto per l’ultima volta da solo in cima alla classifica. Stagione 2021/2022, serie C girone B, con Gaetano Auteri in panchina. Alla quarta giornata, la squadra biancazzurra era in testa con 10 punti davanti a Siena e Reggiana. Un primato che durò solo per un’altra settimana: alla quinta di andata, Auteri conquistò un pareggio e fu agganciato a quota 11 punti da Cesena e Reggiana. Delle tre, gli emiliani furono gli unici a proseguire la corsa solitaria in testa, perdendo però poi la promozione diretta nel rush finale, scavalcati dal Modena di Tesser. Il Pescara di Auteri, invece, arrivò al capolinea anticipato prima dei play-off. Fu Luciano Zauri a raccogliere i cocci di quella squadra e a portarli, da quinto in classifica, fino al primo turno nazionale del play-off, eliminato dalla Feralpisalò.
Baldini adesso prova a riscrivere la storia: di punti ne ha 14 dopo sei giornate. È primo da solo, stupisce tutti e conquista il cuore dei pescaresi. Se durerà fino alla fine non è dato saperlo, ma per adesso è una bella storia e di meglio, al buon toscanaccio che siede in panchina, non si potrebbe chiedere. L’anno scorso Zeman, dopo sei turni, era arrivato a quota 16 punti, ma non era primo. Davanti aveva una super Torres, ma alla lunga uscì il Cesena. Quel buon avviò del boemo si rivelò comunque un fuoco di paglia. Tutti sanno quanti guai (di salute) affrontò il tecnico di Praga e quanto ne risentì la squadra, alla lunga. Nemmeno le cure Bucaro e Cascione riuscirono a risollevare le sorti di quel gruppo senza più identità e obiettivi.
Oggi la storia è diversa. Il tecnico ha in mano lo spogliatoio, ha conquistato i suoi condividendo il suo sogno. Ma anche i suoi principi di calcio. Il primo, il fondamento, è il sacrificio. Fare una corsa in più per aiutare la squadra, tenere botta quando è il momento di soffrire, approfittare di ogni chance e sfruttare, ognuno, le proprie qualità. Nasce così questo Pescara non bello, ma solido, determinato, compatto. L’ultimo gol subito, al 1’ della gara contro la Pianese, 269 minuti fa. Se l’è fatto da solo, con un retropassaggio errato di Pellacani. Quelli segnati, invece, vengono da più voci del coro del Delfino: ai tre centri di Ferraris, il bomber di scorta, si aggiungono anche quelli di Cangiano e Bentivegna, esterni dai piedi buoni, oltre ai due firmati dai centrocampisti Dagasso e Valzania. La cooperativa cresce e attende i primi squilli delle punte, Vergani e Tonin, ma ancora di più attende le perle di Merola, che al momento è indietro nella condizione e avrà bisogno ancora di qualche settimana di rodaggio prima di tornare il goleador principe della squadra, come un anno fa. Il furetto cresciuto nell’Inter, tra l’altro, può giocare anche al centro del tridente (lo faceva nelle giovanili nerazzurre e nel Foggia di Zeman), dando a Baldini un’altra soluzione interessante in attacco. Utile per continuare a vivere, tutti insieme, il suo sogno.