Francesco Di Fulvio, pescarese, campione del mondo con il Settebello e miglior giocatore del torneo

PALLA AL CENTRO

Di Fulvio, Obletter e Nicolai: tre favole

Le medaglie olimpiche abruzzesi di Rio de Janeiro si sono rivelate un investimento per lo sport abruzzese. Non erano meteore Francesco Di Fulvio e Paolo Nicolai, rispettivamente, bronzo nella pallanuoto e argento nel beach volley. Rio 2016 era una tappa del processo di crescita. Due campioni che negli anni si sono mantenuti ad alti livelli. E che negli ultimi giorni hanno fatto parlare di loro per motivazioni diverse. Il pescarese Di Fulvio è diventato campione del mondo della pallanuoto ed è stato eletto miglior giocatore del torneo dalla federazione internazionale, mentre Paolo Nicolai ha vinto fuori dal campo, organizzando nella sua Ortona un torneo di beach volley che porta il suo nome con le migliori espressioni under 23 maschili e femminili. Ha realizzato una tre giorni eventi, «perché», ha detto, «mi sentivo di ridare qualcosa alla mia città e alla mia disciplina sportiva». E così con due suggestive location ha portato a casa lo spettacolo di cui è protagonista nel mondo. Di Fulvio ha già conseguito in vasca la qualificazione alla prossima Olimpiade, Paolo Nicolai (in coppia con Daniele Lupo) è ben messo sulla strada per Tokyo 2020. L’Abruzzo si coccola i due campioni che in comune - oltre al talento - hanno il senso dell’educazione e della misura. Non è gente che se la tira. E mantiene forte il radicamento nella propria terra. Ma il week end ha fatto riemergere anche la figura di Enrico Obletter, l’allenatore teatino della squadra italiana di softball che a Utrecht, in Olanda, ha conquistato la qualificazione olimpica. Un personaggio del batti e corri: quinto con la Nazionale alle Olimpiadi di Sidney nel 2000 (miglior piazzamento di sempre per i colori azzurri), quattro Coppe Campioni vinte alla guida del Macerata e ben otto scudetti all’attivo tra Macerata e Caserta. Una carriera, quella di Obletter, partita da Chieti con la casacca dell’Atom’s, poco più di trent’anni fa: era il 1984 quando un giovanissimo giocatore di baseball, appena tornato dall’Australia, guidava il Chieti dell’allora presidente Beniamino Gigante alla storica promozione in serie A2, prima squadra abruzzese a raggiungere un traguardo così prestigioso. Solo l’inizio di una carriera da applausi. Anche per lui il meglio deve arrivare.
@roccocoletti1.

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