Fiorillo: «Pescara, pronto al dialogo per il nodo stipendi» 

Serie B, parola al capitano: «È giusto trovare una soluzione  Campionato? Riprendiamo e giochiamo anche in agosto»

PESCARA. La rotta del capitano è stata tracciata. Aiutare il Pescara, dialogare con il club per il ridimensionamento degli ingaggi e tornare in campo per provare a risalire la classifica. Vincenzo Fiorillo, 30enne capitano e portiere del Pescara, si racconta al Centro tra presente, passato e futuro.
Fiorillo, come si sta tenendo in forma?
«Mi alleno tutti i giorni. Al mattino in video conferenza con il preparatore atletico Riccardo Cantarini, che sta facendo un lavoro straordinario, poi, nel pomeriggio, lavoro da solo e guardo i video che mi invia Aldegani, il preparatore dei portieri».
13 aprile 2008, a cosa pensa?
«(Sorride, ndr) L’ingresso nel mondo dei professionisti, avevo appena 18 anni. Dodici anni fa la mia vita è cambiata dopo l’esordio in A con la maglia della Sampdoria, giocavamo contro la Reggina. In quel giorno ho capito che si era realizzato il sogno di diventare un calciatore professionista».
Dalla Samp a capitano del Pescara.
«Non avrei mai immaginato di diventare una bandiera del Pescara. Questa è la mia sesta stagione e ne ho almeno altre due davanti. Questa società è stata la mia salvezza, perché, dopo anni di prestiti in giro per l’Italia, i biancazzurri hanno creduto in me e mi hanno comprato dalla Juve. Ne vado fiero. Qui mi sento a casa».
Ha già parlato con il club per il nodo stipendi?
«Essendo il capitano sono pronto a fare la mia parte, ma una cosa voglio dirla. Il Pescara è una società modello. Non abbiamo mai avuto problemi con gli stipendi, che sono arrivati puntualmente ogni mese e, a volte, anche in anticipo. È difficile trovare una società seria come questa. Attualmente di comunicazioni da parte del presidente, a differenza di altri club, non sono arrivate. Questo segnale fa capire che non ci sarà nessun motivo di frizione tra società e calciatori. Tutti teniamo al Pescara e non ci sarà nessun problema. Siamo pronti a qualsiasi confronto con una società che non ci ha fatto mai mancare nulla».
Sulla sospensione degli stipendi per il periodo di inattività cosa pensa?
«In generale penso che si debbano fare delle attente valutazione. Tanti calciatori si stanno ancora allenando in casa, non sono rientrati nelle città d’origine e continuano ad essere a disposizione delle società. Quindi, sono in piena attività...» .
Come ne uscirà il calcio da questa emergenza?
«Si ripartirà da un punto zero e tutte le componenti dovranno andare incontro alle società che rischiano il tracollo finanziario. In B i grandi club come Frosinone, Benevento e Cremonese, per esempio, saranno meno penalizzati rispetto alle altre società che avranno più problemi. Secondo me si andrà verso il ridimensionamento degli ingaggi e dei contratti pluriennali».
Lei vorrebbe finire il campionato?
“Si potrebbe riniziare, ma solo seguendo tutti i protocolli medico-sanitari. Per prima cosa la sicurezza e la salute, poi penseremo al resto. Se potessimo tornare ad allenarci a piccoli gruppi entro la metà di maggio e poi via via allentare le restrizioni, sarebbe l’ideale per tornare a giocare a metà giugno. Noi vogliamo tornare in campo, giocando anche in agosto».
Il Pescara sarebbe in grado di risalire la classifica?
«Con il recupero di tutti gli infortunati, potrà dire la sua fino in fondo. Ci sono 30 punti in palio. Perché non provare a prenderne almeno 20? Abbiamo i mezzi per riuscirci. Il mio sogno entro il 2022, quando scadrà il contratto, è quello di vincere nuovamente un play off e tornare a giocare in serie A».
È vero che in questo periodo difficile Fiorillo si è fatto avanti in campo benefico?
«Sì, ma non solo io. Insieme a Memushaj e tanti altri compagni di squadra abbiamo fatto delle donazioni all’ospedale di Pescara. Non sono cifre astronomiche, ma nel nostro piccolo abbiamo dato un contributo».
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