Galliani e Galeone: «Eravamo compagni di scuola, pensammo a lui per il Milan nel 1990»

foto di Diego Petrussi
La rivelazione dell'ex amministratore delegato di Milan e Monza in occasione dei funerali dell’ex tecnico del Pescara, scomparso domenica a 84 anni
UDINE. Il cappotto e la giacca, quello stile che ha contraddistinto la sua lunga e brillante carriera da dirigente. Adriano Galliani è arrivato ieri a Udine per il suo ultimo saluto a Giovanni Galeone, ex tecnico del Pescara scomparso domenica a 84 anni, e ogni suo racconto era accompagnato da un sorriso grande così.
«Ma lo sapevate che io e Giovanni eravamo compagni di scuola allo Zucchi di Monza? Era l’anno scolastico ’58-’59, ci siamo conosciuti in quell’occasione. E non ci siamo più persi di vista per tutta la vita. Ricordo con nostalgia quando con il Milan giocavano a Udine con lui, i tempi di Pescara con Allegri giocatore e Van Basten che fece tre gol. Se ho mai pensato a lui per il Milan? Sì, nel 1990. Quando vincemmo a Vienna la seconda Champions, Galeone parlò con Berlusconi. Poi però arrivò Capello. Credetemi, sono molto dispiaciuto oggi. Un ricordo del suo Pescara? Il gioco scintillante», ha dichiarato l'ex amministratore delegato di Milan e Monza.
E a proposito di rossoneri, l’ex allenatore del Diavolo Marco Giampaolo in chiesa è un po’ defilato, ascolta con attenzione ogni aneddoto di Galeone. Ed allora ecco che prende spunto per svelare i suoi ricordi che fanno venire qualche brivido: «Camminavamo scalzi intorno al campo prima dell’allenamento per cercare quadrifogli. E li trovava. Come faceva, solo lui lo sa. Perché a piedi nudi? Voleva il contatto con il campo. Giovanni era ironico ma molto intelligente. Un grande uomo, mi ha insegnato tanto. Un’esperienza di campo? I giocatori forti tecnicamente li faceva retrocedere di posizione. Aveva una visione qualitativa, voleva giocatori che davano del tu al pallone. E’ stato un precursore: i portieri che oggi sono giocatori aggiunti, ali che diventano interni di centrocampo lui lo faceva già 20 anni fa. Che dire di Gale, una persona incredibile».
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