Guaiana: obiettivo A2 Con coach Gramenzi Roseto gioca e diverte

L’ala della capolista Liofilchem: le sette vittorie sono il prodotto di un puzzle in cui i tasselli combaciano
ROSETO. La marcia vincente della Liofilchem Roseto ha un piccolo segreto: Vincenzo Guaiana, siciliano di Erice classe 2000, professione guardia, ala piccola e quando serve pure ala forte. Al secondo anno nel Lido delle Rose Guaiana sta stupendo grazie a una concretezza di alto livello: secondo miglior marcatore di squadra a 12,6 punti di media, sta tirando con percentuali irreali, 78% da 2 punti e addirittura 63% alle triple. Super numeri che alzano la qualità della valutazione media di 18,57: una voce che spiega con un numero l’ottima performance del giocatore, settimo assoluto in questa specialità e migliore dei rosetani.
Guaiana, questo Roseto sembra esser primo non per caso, giusto?
«È l’obiettivo che ci eravamo posti, il risultato di tanto lavoro fatto e tanto ancora da fare, un puzzle che per ora combacia: stiamo bene in campo e i risultati parlano».
Che cosa l’aveva convinta a rimanere?
«L’ambiente, il calore delle persone, il fatto che sarebbe rimasto coach Gramenzi. La sua fiducia mi fa esprimere al meglio grazie ad un sistema in cui mi trovo a mio agio. E infine il ritrovare due amici in squadra».
Il play Durante e l’altro esterno Donadoni, vero?
«Dall’anno scorso si è instaurato un bel legame anche fuori dal campo, rimanere insieme ha permesso di partire con uno sprint di energia in più che è il nostro stile di gioco».
Perché scelse la B di Roseto scendendo dalla A2?
«In A2 giocavo molti minuti, ma con poche responsabilità. Roseto era l’occasione giusta per mettermi alla prova e prendere decisioni in campo, quello che sto facendo».
Lo confermano i suoi numeri.
«Credo di esser più consapevole sul parquet e certe percentuali derivano da questo. Gioco con fiducia in un sistema in cui so che se sbaglio c’è un compagno pronto a darmi una mano».
In cosa l’ha cambiata coach Gramenzi?
«Lui non vuole gerarchie in squadra e nel momento in cui un giocatore in campo riesce ad avere un vantaggio deve sfruttarlo per il bene della squadra: ti fa stare tranquillo sapere che pure che se sbagli lui è contento lo stesso perché stai facendo la cosa giusta».
Fuori dal campo come passa le sue giornate rosetane?
«Sono single e passo il tempo libero coi miei compagni. Per il resto cose normali, mi piace cucinare, leggere, guardare le serie tv».
Idolo giovanile?
«Non ne avevo. Ho cominciato a giocare per stare con gli amici, mi piaceva e basta. Adesso ammiro Lebron James, ma non come idolo».
Il compagno di squadra del cuore?
«Giordano Durante, abbiamo anche condiviso la casa l’anno scorso».
L’avversario più forte da marcare?
«Giddy Potts dell’Urania Milano quando stavo a Trapani in A2».
L’esperienza più bella?
«New York la scorsa estate: mi piace la cultura a stelle e strisce, ero da parenti che mi hanno fatto vivere una grande esperienza».
Ultima domanda ovvia: l’obiettivo stagionale?
«Inutile nascondersi. L’anno scorso era di arrivare in finale, quest’anno sappiamo di poter fare meglio, consci che poi le gare vanno giocate».
Sabato Roseto giocherà in casa con Sant’Antimo, Chieti in trasferta a Cassino. Conclude Guaiana: «Stiamo bene ma non dobbiamo prenderli sottogamba: concentrazione e ordine le parole chiave per vincere».
Marco Rapone
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