Ilenia Colanero tra l’incidente, l’apnea e i record: «Vivo una vita di sfide»

17 Agosto 2025

Impiegata alla Asl dal 2019, prima faceva la cameriera: «Finii con la moto contro un albero, da lì i problemi e poi la svolta»

LANCIANO. Tosta e dolce allo stesso tempo, Ilenia Colanero. Sprizza energia da tutti i pori. Voglia di vivere e di essere competitiva. «Ogni volta mi pongo un obiettivo diverso, quando lo centro passo all’altro», racconta la 43enne frentana che una settimana fa ha vinto l’oro ai World Games, le olimpiadi delle discipline non olimpiche, a Chengdu in Cina. Atleta paralimpica, una forza della natura che tutti i giorni fa i conti con il senso del limite e sposta l'asticella in avanti. Ha pianto e fatto piangere al momento dell’inno di Mameli sul gradino più alto del podio. Campionessa di apnea dinamica (quindi in movimento) senza pinne (FFS3-FFS4) con la distanza di 76 metri, record mondiale CMAS (Confederazione Mondiale Attività Subacquee) della specialità classe FFS3, imponendosi davanti alla cinese Kong Tianci e alla colombiana Yuritza Camila Arevalo Garay. Due minuti e dieci secondi in acqua senza respirare. Ovviamente, non ci sono tracce di medaglie abruzzesi ai World Games in passato. Adesso Ilenia Colanero ha in mente un altro record da centrare ai Giochi del Mare a Ventotene il 24 settembre: questa volta apnea in profondità, vuole superare venti metri. Agonista e testarda.

La storia. «Sono di Lanciano, di viale Cappuccini. Sono nata all’ospedale di Atessa», racconta Ilenia Colanero, «ma sono lancianese al 100%. Ho una compagna da otto anni: si chiama Mara. Lavoro alla Asl, sono impiegata amministrativa dal 2019. Un posto pubblico che ho avuto per via della mia disabilità grazie alla quota riservata alle categorie protette. Prima ho fatto la cameriera e ho lavorato in una farmacia. Ho fatto di tutto».

L’incidente. «Nel maggio del 2015 ho centrato un albero con la moto e la mia vita è cambiata. Stavo tornando a casa a Lanciano, sono andata fuori strada. I postumi? Caviglia senza articolazione, braccio destro che non funziona bene e placche di ferro interne. La parte del corpo di destra ha problemi. Ho rischiato l’amputazione degli arti. Sono stata quattro mesi in ospedale, allungata senza mai alzarmi dal letto. Mi è stata prescritta la riabilitazione in acqua: da lì è iniziato tutto. Ma all’inizio è stato un trauma perché non sapevo nemmeno nuotare. Ho fatto riabilitazione in piscina a Lanciano. Sempre avuto fame di agonismo, facevo atletica leggera in passato».

La prima volta. Una sirenetta capace di collezionare 13 record mondiali, 4 titoli mondiali di apnea, 2 titoli mondiali di nuoto pinnato, argenti bronzi e un biglietto di qualificazione per i World Games 2025 in Cina. Già il fatto di andare ai World Games sembrava un successo, figurarsi salire sul podio con l’oro al collo. Ilenia aveva paura dell’acqua, ma i limiti esistono per essere superati e a trentaquattro anni lei si è immersa. Cinque anni dopo dalla prima immersione, nelle acque del litorale di casa, a Vasto, davanti ad amici e parenti, ecco il primo primato di apnea dinamica. Il primo record del mondo ai Giochi del Mare. E poi Scarlino, Torino, Lignano Sabbiadoro per annoverarne alcuni. Riconoscimenti tantissimi, inviti a convegni, articoli di giornale, interviste.

Famiglia e obiettivi. «Mia mamma e mio padre hanno divorziato. Un bel trauma da sopportare, visto che papà picchiava mia madre. Ho un carattere forte, è vero. Nella vita bisogna avere degli obiettivi, non puoi essere passiva. Sarebbe un peccato. Ognuno dovrebbe avere degli obiettivi: in primis faccio sport perché devo stare bene, non si vive solo di lavoro. Chi si ferma è perduto, sarà una fase fatta, ma è la verità. Ho cominciato a fare anche ciclismo paralimpico, ma pedalo solo con una gamba visti i problemi a destra: per me è troppo. Ho iniziato a fare paratriathlon, mi piace. Vivo di questo: lavoro, torno a casa e mi alleno. Non esco, chi fa sport a certi livelli non dovrebbe lavorare».

Il complimento più bello? «Quando mi dicono che sono una bella persona, al di là dei risultati. In Cina il primo pensiero è stato per la mia compagna. Subisce tutto il mio non esserci mai, non è facile starmi dietro. E poi a mia cugina Donatella, scomparsa l’anno scorso. Ci teneva tanto a me. Spero un giorno di poter fare le Paralimpiadi, la federazione rimborsa tutte le spese e mi devo preparare per l’anno prossimo: ci sono i Mondiali e le cinesi danno filo da torcere».

L’omosessualità. «Nel 2001-2002 ho fatto il mio coming out. Devo dire che ovunque, soprattutto a Lanciano, mi sono stati tutti vicino. All’epoca non era scontato. A volte ero più io a farmi problemi che altri. Ovviamente, devo ringraziare la mia compagna in tutto e per tutto».

Hobby. «Mi piace camminare in stampella lungo i percorsi. Ad esempio, il cammino dei Briganti, la Rotta dei Due Mari. Vivo di dolori cronici, quello che posso fare lo voglio fare adesso, subito. Perché rinviare a domani quel che si può fare oggi? L’incidente mi ha cambiato la vita. Ho reagito. Un giorno mi dovrò fermare, ci sarà tempo per riposare».

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