L’Aquila rugby ritrova la vittoria

5 Ottobre 2009

Sbancato il Casinò Venezia con sei mete e una grande prova di Fraser

FAVARO VENETO (Venezia). La fine del tunnel per L’Aquila rugby sfocia nella laguna veneziana, terra di conquista dopo l’unico precedente targato 2005 in un Super 10 che pare preistoria. Il risultato finale è 26-48: sei mete contro le quattro dai padroni di casa e il valore aggiunto del neozelandese Fraser, ottimo dalla piazzola e nella capacità di leggere gli schemi difensivi del Casinò.

Male, malissimo il XV di coach Innocenti. I padroni di casa appaiono totalmente fuori sintonia con la gara fin dai primi minuti. Al contrario degli ospiti che partono in quarta e mettono all’angolo i lagunari. Alla fine L’Aquila guadagna 5 punti in classificacontro il punto del Venezia.

Infatti, al primo affondo in campo nemico L’Aquila è già in meta, al 2’ grazie al nulla paratosi davanti al pilone Cerqua dopo una sequenza di punti d’incontro contro cui Venezia non troverà soluzione praticamente per l’intero incontro.

La reazione lagunare è però fulminea e sembra ridisegnare gli equilibri dopo soli due giri d’orologio. Wium si porta dietro i suoi nella metà campo aquilana, due punti di fissazione a terra e poi nel gioco rotto Pozzebon lancia la coppia Ziegler-Perziano sul corridoio al largo, con la freccia trevigiana a timbrare il cartellino al 4’.

Al 13’ è però di nuovo L’Aquila a sfiorare per la seconda volta la meta, che arriva puntuale al 19’ con Rebecchini abile a confezionare in allungo la palla recuperata dai compagni su rimessa laterale sbagliata dal Casinò, peraltro in netto ritardo sulle due ruck impostate a seguire.

E’ la touche la fonte avvelenata dei padroni di casa, che appaiono poco strutturati anche sul gioco a terra e nel mettere giù una seconda linea difensiva decente.

L’Aquila lo capisce e si fionda proprio lì, smarcando uno splendido Nitoglia in contrattacco dai propri 22 metri mentre i lagunari attaccano a testa bassa per recuperare il gap.

Al 30’ Wium marca la seconda meta dei padroni di casa, Fraser centra i pali altre due volte e la frazione chiude sul 12 a 27.

L’Aquila ha chiaramente in mano il match: devastante con le ripartenze delle terze attorno al pack, è sui punti d’incontro che i neroverdi fanno propria la gara, lavorando benissimo sul recupero palla e battendo regolarmente in velocità di esecuzione i veneziani.

Al rientro calano fitte le tenebre per il Casinò: il centro Pallotta raccoglie in meta il calcio di liberazione di Manawatu scaturito dall’ennesima palla persa dai veneziani su ruck impostata dentro i 22 avversari.

È il tracollo psicologico: Venezia si sfalda nei meccanismi difensivi e affida ad iniziative personali il guadagno territoriale.

La palla si muove molto ma senza un disegno tattico. L’Aquila attende e rilancia contando di nuovo sulle gambe elettriche di Nitoglia al 22’ (meritatissimo Man of the Match) ed il senso di posizione di Fraser al 33’.

Alla disperata, i padroni di casa si lanciano a testa bassa alla ricerca dell’orgoglio perduto, e così al 34’ e 37’ trovano il fianco debole degli ospiti ormai più che sazi, centrando un inaspettato punto di bonus offensivo, mentre dall’altra parte già partivano i festeggiamenti.