Pescara-Lanciano, il derby al rovescio

13 Maggio 2014

Partiti per obiettivi diversi hanno invertito i ruoli: frentani cooperativa del gol verso i play off, biancazzurri distratti in difesa

PESCARA. Chi se lo sarebbe aspettato? A quattro gare dalla fine il Lanciano è in piena zona play off, mentre il Pescara arranca nel limbo con sei lunghezze di ritardo. Le previsioni della vigilia si sono rovesciate. Merito dei frentani che sin dalla prime battute si sono posizionati nelle zone nobili della classifica. C’entra anche il torneo scadente dei biancazzurri, incapaci di recitare il ruolo che gli investimenti e il blasone avevano imposto.

Dunque, il derby presenta due squadre con umori e obiettivi diversi.

Il Lanciano è tornato a viaggiare su buoni ritmi (otto punti nelle ultime quattro gare), mentre il Pescara è ancora convalescente. Il successo contro il Siena ha portato i biancazzurri a quota 50 rendendo identico il ruolino casalingo a quello esterno: 25 punti in trasferta, altrettanti all’Adriatico, uno stadio violato quest’anno da ben 6 squadre. Precisione assoluta per gol fatti e subiti: 45. Il Lanciano, invece, con sole 38 reti all’attivo ha il quarto peggiore attacco della serie B.

La squadra ha pagato l’assenza di un bomber di razza all’interno di un reparto abbastanza numeroso: il capocannoniere rimane Amenta, un difensore, con 5 reti. In totale, i 7 attaccanti hanno fatto 16 gol: 4 Turchi e Falcinelli, 3 Comi, 2 Piccolo e Thiam, 1 Gatto, mentre Ragatzu è ancora all’asciutto.

Però la difesa affidabile (39 reti incassate) e la forza del collettivo sono riusciti a sopperire a queste lacune. Il Lanciano, infatti, ha mandato in gol ben 16 calciatori diversi, contro gli 11 del Pescara.

Pur avendo un ruolino migliore in casa (31 punti contro i 25 conquistati in trasferta), la squadra è stata capace di vincere 7 confronti lontano dal Biondi. Soprattutto sulle palle inattive, i rossoneri si sono rivelati letali: in totale sono 17 le reti arrivate grazie alla loro arma più pericolosa. Che poi è la nota dolente dei biancazzurri, trafitti ben 14 volte sugli sviluppi di calcio d’angolo o punizioni. Infine, i rigori, quasi un tabù per i rossoneri. Solo uno a favore in tutto il campionato mentre tre sono quelli fischiati contro, tra cui quello molto discusso, trasformato da Maniero nel match di andata, nel dicembre scorso al Biondi.

Alla fine ci furono tante polemiche per la direzione di Cervellera. Si contarono tre espulsi: due nel Lanciano (il team manager Guerino Diomede e il dirigente Alessandro Italiani) e l’ex allenatore biancazzurro Pasquale Marino. L’auspicio è che stasera i nervi restino a posto.

Giovanni Tontodonati

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