Rossi: «A Pescara tanta confusione» 

Il tecnico del Levski Sofia: se scegli Zeman devi accontentarlo

PESCARA. La malasorte gli ha impedito di conquistare il suo primo trofeo in Bulgaria, ma Delio Rossi può consolarsi con il terzo posto in campionato che vale la qualificazione ai preliminari di Europa League. Il suo Levski Sofia ha perso la finale di coppa nazionale contro lo Slavia Sofia al termine di una gara dominata (27 tiri in porta e un penalty fallito), poi, dopo i supplementari, la beffa ai calci di rigore. L’ex tecnico del Pescara è tornato a Foggia per qualche giorno, ma il 13 giugno tornerà in Bulgaria, visto che il Levski giocherà il preliminare il 12 luglio. Anche se lavora all’estero, Rossi ha seguito con interesse il campionato di serie B. E, seppur dall’esterno, si è fatto un’idea sul cammino deludente dei biancazzurri. «Sinceramente ho notato tanta confusione», dice Rossi, «e in una situazione simile è normale che i risultati non arrivino». A un certo punto della stagione, le tensioni tra Zdenek Zeman e il presidente Daniele Sebastiani hanno inevitabilmente condizionato il rendimento. «Il discorso è semplice. Quando prendi un tecnico come Zeman devi sposare in toto il suo credo. Bisogna assecondarlo e sostenerlo, altrimenti è meglio non chiamarlo. Il boemo ha le sue idee, le conoscono tutti, e non puoi permetterti di accontentarlo a metà».
Delio conosce bene l’ambiente pescarese. Ha guidato il Delfino in B nelle stagioni 1996-97 e 2000-2001. Inoltre, Rossi sa tutto su Zeman. È stato capitano del Foggia guidato dal tecnico di Praga nel 1986-87 e, in seguito, ha allenato la Primavera rossonera. In quegli anni si è formato come allenatore replicando inizialmente il 4-3-3 zemaniano che assicurava gol e spettacolo. I tifosi del Pescara speravano di divertirsi con il ritorno di Zeman, invece la squadra non ha quasi mai entusiasmato il pubblico. «Non so perché i biancazzurri non siano riusciti ad esprimersi come voleva l’allenatore, dall’esterno non è facile giudicare certe dinamiche. Di certo alcuni episodi all’inizio del campionato hanno forse condizionato il percorso. Poi, oggettivamente, non era facile raggiungere gli obiettivi in un clima così particolare. Ho sentito tante dichiarazioni che denotavano un malcontento diffuso. Credo che i problemi debbano essere sempre risolti all’interno dello spogliatoio. Quando diventano di dominio pubblico è un’impresa invertire la rotta. Ci sono state troppe frizioni tra la società, l’allenatore e i calciatori».
Dopo la parentesi Massimo Epifani, sulla panchina del Delfino è arrivato Bepi Pillon che ha puntato di nuovo sul 4-3-3. «È stata la scelta più logica. Pillon è un buon allenatore e ha dimostrato di essere intelligente». Si ripartirà con il tecnico veneto. «Non conosco i programmi, però mi auguro che il Pescara torni ad essere protagonista. Se posso permettermi, dico che conviene non sbandierare il desiderio di tornare in serie A. I tifosi non devono essere illusi o presi in giro. Bisogna fare tesoro degli errori e concentrarsi sul lavoro».
Rossi era un fedele allievo di Zeman, ma con il passare del tempo si è evoluto cambiando sistema di gioco in base alle caratteristiche dei calciatori. «Sì, ma le idee di Zeman non passano mai di moda. Oggi molte squadre giocano con il suo modulo, magari con qualche accorgimento, ma Zdenek resta una fonte di ispirazione per tantissimi allenatori». Stasera iniziano i play off. Delio diede un dispiacere ai pescaresi nel 2015, quando il suo Bologna ebbe la meglio sul Delfino di Oddo con tanta fatica. «Di solito vince chi sta meglio sotto il profilo fisico e mentale». Anche se, in quella doppia finale, il suo Bologna era in crisi. «Fu un miracolo e i miracoli capitano poche volte nella vita». Infatti la traversa di Melchiorri al 92’ grida ancora vendetta...
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