Verso Mantova-Pescara: i doppi ex, da Cadè a Tobia passando per Roselli

Sabato la sfida allo stadio Martelli di Mantova: Giagnoni e Catuzzi, esperienze agli antipodi sulle due panchine. (Nella foto Giancarlo Cadè portato in trionfo)
PESCARA. Non solo Leonardo Mancuso, ex attaccante del Pescara ora in forza al Mantova. Il viaggio storico verso Mantova-Pescara in programma sabato allo stadio Martelli coinvolge altri personaggi che hanno lasciato il segno nella storia dei due club. Su tutti Gustavo Giagnoni e Giancarlo Cadè, protagonisti in campo nel Piccolo Brasile biancorosso e in seguito allenatori dell'Acm. Il Pescara promosso nel 1977 per la prima volta in serie A è guidato da Gianlcarlo Cadè, che nella stagione seguente non può però evitare l'ultimo posto in classifica e l'immediato ritorno tra i cadetti.
A Mantova ha giocato principalmente nella stagione di C '58-59, quella culminata con lo spareggio di Genova, che lo stesso Cadè ha contribuito a rendere epico. L’anno seguente in B Cadè ha giocato in biancorosso solo le prime sei gare, prima di arrendersi alla ricaduta dell'infortunio muscolare che gli avrebbe suggerito di lasciare il calcio giocato, a soli trent'anni.
Quando il Pescara guadagna la sua seconda occasione nella massima serie l'allenatore della promozione in quel 1978-79 è Antonio Valentin Angelillo, "l'angelo dalla faccia sporca" che otto anni più tardi, invece, sprofonda in C2 sulla panchina del Mantova). In A però è tutta un'altra storia e dopo cinque giornate Angelillo viene sollevato dall'incarico.
A quel punto il Delfino pensa a Giagnoni. Negli anni Settanta è stato tra i tecnici più in vista del panorama nazionale. Nessun miracolo: Il Pescara retrocede.
All'inizio degli anni Novanta il Mantova ingaggia Enrico Catuzzi, mago della zona, che a Pescara ha ballato per un biennio qualche stagione prima: un torneo di B di buon calcio, condito dal settimo posto, e uno parecchio meno, con la retrocessione sventata dal ripescaggio causa il fallimento del Palermo. E a Mantova? L'esperienza si rivela un disastro, per quella che viene ricordata come la peggior squadra della storia: 19 punti in 34 partite. Catuzzi è esonerato dopo sole sei partite, nessuna vinta ma quattro pareggi. Passano pochi mesi e in riva al Mincio viene scelto dal nuovo patron Grigolo un allenatore pescarese di nascita, anch'egli fautore della zona: Claudio Tobia. Cresciuto nel settore giovanile biancazzurro, giocò due campionati in C (1963-65) con il club della sua città e fu poi vice allenatore in A proprio nel '79-80, quando Giagnoni, già squalificato, si dimise. Nella storia del Mantova Tobia (che è scomparso lo scorso anno) è stato il primo allenatore esonerato due volte nel corso dello stesso torneo.
Doppi ex. Giorgio Roselli fa un buco nell'acqua quando viene chiamato ad allenare il Mantova in C2 nel 2000-01. Aveva diretto il centrocampo del Pescara dal 1983 all'86 in B, di cui era bomber il futuro biancorosso Vittorio Cozzella (promosso in C1 a Mantova nel '92-93) e accanto a loro giostravano Danilo Ronzani (apprezzato leader dello spogliatoio mantovano e in seguito protagonista nei tornei dilettantistici locali), Stefano Rebonato (capocannoniere in B a Pescara e simbolo della disfatta virgiliana del '90-91) e Paolo Bocchinu (a lui è legata in biancorosso la promozione in C1 dell'87-88), tutti doppi ex. Roselli durò in panchina 11 giornate, lo sostituì Loris Boni, che a Mantova fu ds e vicepresidente, mentre a Pescara aveva giocato sia in A che in B. L'attaccante Angelo Montrone (a Mantova dal 2000 al 2002) fece una comparsata in B nel Pescara ('94-95), dove militava anche Michele Gelsi. Quest'ultimo, ormai al capolinea della carriera, trascinò in B il Mantova di Di Carlo.
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