A Teramo il pesce d'aprile finisce sott'inchiesta

Davide Rosci, già accusato di stalking verso il sindaco Maurizio Brucchi, di nuovo nei guai: ha diffuso la notizia che, il 1º aprile, vi sarebbe stata una raccolta firme "per rimuovere il questore e la consegna al prefetto di un dossier"

TERAMO. Il pesce d'aprile finisce sott'inchiesta. Accade a teramo. Il 31 marzo scorso apparve la notizia su alcuni siti internet d'informazione che, il 1º aprile, vi sarebbe stata a Teramo "un comizio pubblico per raccontare quello che succede in città, per raccogliere le firme per far rimuovere il questore e per recarci in corteo, di seguito, dal prefetto di Teramo per consegnargli un dossier sull'operato della questura di Teramo". Naturalmente, il 1º aprile, giornata dedicata agli scherzi ed ai "pesci d'aprile", la manifestazione non ci fu.

Ma, a distanza di pochi giorni, Davide Rosci, giovane teramano già accusato di stalking verso il sindaco Maurizio Brucchi, per averci discusso una notte in strada, è finito sott'inchiesta per il reato di "procurato allarme". Rosci è stato sottoposto a perquisizione in casa e al sequestro di materiale informatico.

Il reato di procurato allarme, che punisce chi "annunziando disastri, infortuni o pericoli inesistenti, suscita allarme presso l'Autorità, o presso enti o persone che esercitano un pubblico servizio", è una contravvenzione che può essere sanata con il pagamento di un ammenda di 258 euro, sempre che l'aver annunciato una manifestazione, che poi non si è tenuta visto che non era neanche autorizzata, costituisca un "pericolo inesistente".

«E' un paradosso», sbotta a Teramo il partito di Rifondazione comunista, «perché l'attività di indagine ha ovviamente un costo per la collettività incredibilmente più alto dei 280 euro: le sole perquisizioni hanno visto mobilitare per l'intera mattinata dell'8 aprile ben sei agenti di polizia, il materiale informatico verrà portato a Roma, dove tra diversi mesi verrà sottoposto a perizia, da altri agenti che poi dovranno tornare a recuperare gli hard-disk, senza dimenticare tutti i costi relativi all'impiego di altro personale per le indagini e per lo svolgimento del possibile processo».

Rifondazione in sintesi si dichiara basita e aggiunge che: «Nel ricordare le parole del presidente del tribunale di Teramo, Giovanni Spinosa, che esprimeva il proprio stupore per il fatto che i processi che si svolgono a Teramo riguardano quasi sempre fatti privi di qualsiasi allarme sociale, quando il territorio esprime segnali di presenze malavitose molto più inquietanti, si auspica che, quanto prima, la questura di Teramo possa assistere ad un rapido avvicendamento degli attuali vertici».

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