Corropoli

Ammanchi alle Poste di Corropoli: l’impiegata a processo si dimette da consigliera comunale

3 Dicembre 2025

Il caso dei fondi sottratti. La comunicazione nell’ultima seduta del consiglio, nessun riferimento all’inchiesta. Domani rito abbreviato per l’accusa di aver tolto soldi a un correntista

CORROPOLI. È in programma domani il giudizio con rito abbreviato per Manuela Di Matteo (foto), 46 anni, ex dipendente di Poste italiane e da qualche giorno non più consigliera comunale di Corropoli con funzione di capogruppo della maggioranza. L’impiegata, finita al centro dell’indagine sugli ammanchi sul conto di un cliente dalla cui denuncia è scattata l’inchiesta giudiziaria delegata alla polizia postale che ha visto indagate lei e una collega sportellista dell’ufficio di Corropoli, nella seduta del consiglio comunale dello scorso 24 novembre ha rassegnato le proprie dimissioni. Nessun riferimento in aula, secondo quanto emerso dai resoconti sulla seduta, è stato fatto all’inchiesta giudiziaria.

Le dimissioni sono state comunicate dalla consigliera e ratificate dall’assemblea con il successivo ingresso del primo dei non eletti Claudio Del Toro e alla nomina del nuovo capogruppo di maggioranza Giancarlo Di Ubaldo. Quanto alla collega dell’ex consigliera, Sabrina Giosia, finita anche lei nell’inchiesta, l’udienza tenuta il 27 novembre scorso è stata aggiornata al prossimo giugno.

Domani, dunque, si conoscerà l’esito del giudizio per Di Matteo la cui posizione sarà valutata sulla base del fascicolo prodotto del pubblico ministero, rinunciando quindi al dibattimento (come stabilito lo scorso settembre), all’esame dei testimoni e alla produzione di nuove prove. Sabrina Giosia, 55 anni di Corropoli, al contrario tenterà invece di dimostrare la propria estraneità ai fatti contestati.

Parti civili si sono costituite il risparmiatore corropolese che si è visto sottrarre denaro nel corso degli anni a sua insaputa e le stesse Poste Italiane. I difensori di Giosia, infatti, puntano su una serie di circostanze che discolperebbero la loro assistita. La prima è il fatto che il cliente si sia costituito parte civile solo contro Di Matteo e non anche nei confronti di Giosia. La seconda fa leva sulla considerazione che Di Matteo è stata licenziata da Poste Italiane mentre Giosia è stata solo sanzionata ed è attualmente al lavoro nell’ufficio di Teramo. Per lei i legali chiedono al collegio l’assoluzione per non aver commesso il fatto.

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