Atri, così il cimitero sta cadendo a pezzi

Ecco le immagini delle crepe profonde nei muri delle cappelle, i fili scoperti ed i capitelli frantumati. Ha mille anni

ATRI. Il cimitero di Atri cade a pezzi: crepe profonde nei muri delle cappelle, capitelli divelti, lapidi spezzate. Un pezzo di storia che va sgretolandosi anno dopo anno. Migliaia di anime atriane riposano proprio in quello che era uno dei complessi più importanti del Ducato e che porta ancora adesso il nome di “Cimitero Monumentale di San Domenico”. Un monumento a tutti gli effetti risalente al 1300 chiamato, a quei tempi, Maralto. Nella collina opposta, dove sorge ora l’ospedale, vi era Muralto. Insieme costituivano il varco di accesso più importante della città. Adesso sono periferia, nel degrado e nell’indifferenza più totale. Il Comune nell’aprile 2012 aveva pianificato degli interventi di completamento. Ad aggiudicarsi l’appalto, una ditta di Montorio che doveva ultimare i lavori entro 8 mesi.

In particolare, l’impresa doveva assolvere al compito di ampliare la parte nuova del cimitero edificando 27 nuove cappelle, per contenere ben 214 nuovi loculi, dislocati su due piani. Inoltre, si prospettò l’apertura del passaggio tra la vecchia e la nuova area del cimitero, e l’installazione di un ascensore montacarichi con conseguente abbattimento delle barriere architettoniche. Nuovi loculi dunque, ma circa la manutenzione della struttura esistente nessuna voce. Oggi, entrando nel cimitero non si può che notare un degrado senza fine. Alcune scale vicino la porta d’ingresso sono rotte, il cemento usato evidentemente non ha retto. Proseguendo sulla sinistra sono state rimosse le vecchie lapidi per fare spazio a quelle di ultima generazione. I nuovi defunti sono indicati da cartelli provvisori in cartoncino con tanto di foto stampata al computer.

I tetti lungo i corridoi laterali sono quasi tutti pericolanti. In molti casi i coppi di terracotta sono sconnessi e possono cadere giù al primo vento forte. Le pareti appaiono umide e piene di aloni. Sulle antiche lastre di marmo ci sono avvallamenti continui e spesso buche. Anche le colonne di sostegno mostrano cedimenti strutturali. Alcune prese elettriche sono alla portata anche dei bambini. L’impianto elettrico è visibilmente fuori norma.

Le volte antiche delle cappelle storiche sono a rischio crollo. Le erbacce accerchiano le tombe quasi a volerle soffocare e le luci votive, che sono pagate dagli utenti, sono spente ed in molti casi inesistenti.Lo stato di degrado continua per tutto la circonferenza del cimitero.

Un residente afferma indignato: «Questo è un monumento storico conservato per millenni, se non si interviene cadrà a pezzi e i nostri amministratori saranno complici di aver permesso tutto questo».

Domenico Forcella

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