Chiesto il rinvio a giudizio per Cantagalli

Le accuse: evasione fiscale e truffa ai danni dello Stato per 400mila euro di Iva. L’imprenditore si accorda con l’Agenzia delle Entrate, già sta pagando a rate quanto deve al fisco

TERAMO. La procura della Repubblica di Teramo chiede di processare per evasione fiscale e truffa ai danni dello Stato l’imprenditore teramano Sabatino Cantagalli, 55 anni, noto costruttore, gestore dello stadio di Piano d’Accio nonché ex editore.

L’inchiesta, condotta dalla sezione di polizia giudiziaria della guardia di finanza presso la Procura e coordinata dal pm Bruno Auriemma, parte da una dichiarazione dei redditi infedele relativa all’anno 2005 e si concentra soprattutto su un’operazione infragruppo compiuta nel 2006 da Cantagalli cedendo una quota rilevante del patrimonio immobiliare della Srl Cleopatra, da lui amministrata, a una società che gli inquirenti ritengono di comodo, l’Immobiliare Loredana (amministrata da Giorgio Paoletti, anche lui indagato). La cessione è avvenuta attraverso un contratto di leasing da oltre cinque milioni di euro stipulato con una terza società, la Esaleasing Spa.

Secondo la guardia di finanza e il pm, il denaro con cui la società ritenuta di comodo ha pagato la prima maxi-rata (due milioni e 641mila euro) proveniva dalla somma incassata da Cleopatra Srl per cedere gli immobili alla società di leasing. L’operazione, sempre secondo l’accusa, ha consentito all’Immobiliare Loredana di maturare un credito Iva non spettante per 400mila euro. Di qui l’accusa per Cantagalli, ritenuto l’amministratore di fatto della società, di truffa aggravata ai danni dello Stato.

Secondo Gennaro Lettieri, il legale di Sabatino Cantagalli, «la richiesta di rinvio a giudizio formulata dalla Procura della Repubblica si fonda su una interpretazione di una operazione di finanziamento a medio-lungo termine realizzata da due società del gruppo a mezzo leasing immobiliare, operazione conclusa con l’Istituto Esaleasing Spa che richiese la concessione in locazione finanziaria del compendio immobiliare acquisito. L’intera operazione, comunque, al di là di tali profili, a nostro avviso non integra i reati di evasione e truffa».

Lettieri chiarisce poi che Cantagalli «ha già definito, con l’Agenzia delle Entrate, i profili fiscali della vicenda, tant’è che — significativamente — nessun provvedimento hanno assunto nè l’organo inquirente, nè tantomeno l’Agenzia delle Entrate sulle società asseritamente coinvolte». L’imprenditore si è visto accogliere una domanda di rateizzazione dei 400mila euro di Iva dovuti e ha già cominciato a pagarli, presentando una fidejussione a garanzia. (d.v.)

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