Era accusato di abusi sulla figlia di sei anni: il tribunale lo assolve, non sono state provate le violenze

Il pm aveva chiesto dieci anni di carcere. Era stata la moglie a far partire l’inchiesta denunciando maltrattamenti
TERAMO. Era finito a processo con le pesanti accuse di abusi sessuali sulla figlia che all’epoca dei fatti aveva sei anni e di maltrattamenti sulla moglie incinta del terzo figlio: per lui la Pubblica accusa aveva chiesto una condanna a dieci anni. Al termine di una lunga istruttoria, con numerosi testimoni sentiti in aula, il tribunale lo ha assolto. Le motivazioni della sentenza saranno depositate tra novanta giorni, ma appare evidente che i giudici non abbiano ritenuto provate le gravi imputazioni contestate dalla pm Silvia Scamurra (ieri in aula a rappresentare la Pubblica accusa con requisitoria e richiesta c’era il procuratore Ettore Picardi).
La donna si era costituita parte civile assistita dall’avvocata Serena Ramoni. L’uomo, un nigeriano residente sulla costa vibratiana da anni residente in Italia assistito dagli avvocati Franca D’Amario e Leonardo Schiavone, ha sempre respinto ogni accusa. Dopo la denuncia e l’avvio delle indagini il tribunale per i minorenni gli ha sospeso la responsabilità genitoriale. Così l’avvocato Schiavone: «Strumenti come quello del Codice Rosso sono importantissimi, ma ogni caso va valutato con estrema attenzione. Il nostro assistito, adesso, dovrà ricostruirsi la propria vita». L’inchiesta era scattata nel 2023 dopo la segnalazione della donna che in alcune occasioni si era presentata ai carabinieri per chiedere aiuto e che dopo la denuncia insieme ai bambini era stata ospitata in una comunità protetta. La donna, arrivata in Italia nel 2018 con il ricongiungimento familiare, aveva raccontato che da subito era stata vittima di maltrattamenti da parte del marito che in più occasioni l’avrebbe presa a calci e cinghiate anche quando era incinta. Percosse che, sempre secondo l’accusa, sarebbero avvenute anche davanti ai figli piccoli. Alla denuncia la donna aveva allegato alcuni referti dell’ospedale a cui si era rivolta dopo gli episodi di maltrattamenti. Era stata la donna a raccontare di presunti abusi sessuali sulla figlioletta dicendo che la bambina le aveva detto di alcuni atteggiamenti del padre. Fatti che, secondo la sua denuncia, sarebbero avvenuti quando lei era in ospedale dopo la nascita della seconda figlia. In quei giorni, aveva raccontato la donna sentita anche nel corso di un incidente probatorio, la bambina le aveva raccontato di essere stata toccata dal papà e di essere stata schiaffeggiata da quest’ultimo quando si era messa ad urlare. Successivamente alla denuncia, donna e figli erano stati ospitati in una comunità protetta e dopo il provvedimento di sospensione della responsabilità genitoriale l’uomo non aveva più viste le figlie e mai visto l’ultimo nato. Nel corso della lunga istruttoria che si è svolta avanti al collegio presieduto dalla giudice Claudia Di Valerio (a latere i giudici Emanuele Ursini e Martina Pollera) sono stati sentiti numerosi testi citati sia dalla Pubblica accusa sia della difesa. Nel frattempo c’è stata la separazione tra i due coniugi con il tribunale che ha disposto l’affidamento esclusivo dei bambini alla mamma.
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