Gli operai della ex Sogesa protestano a Pescara

La delegazione presente alla seduta del consiglio regionale incontra Di Dalmazio Intanto il prefetto convoca il Cirsu, i sindaci e la Regione per il 13 febbraio

GIULIANOVA. Fa tappa a Pescara la protesta degli ex dipendenti Sogesa: ieri mattina i lavoratori hanno manifestato in piazza Italia, di fronte al palazzo municipale dove si teneva la seduta del consiglio regionale. Lo stato di agitazione degli operai andrà avanti, nonostante le rassicurazioni ricevute dall'assessore regionale all'ambiente Mauro Di Dalmazio, il quale ha incontrato i manifestanti, in tutto una ventina, ed ha rassicurato loro in merito all'interessamento della Regione sulla vicenda riguardante gli impianti del Cirsu.

Secondo Di Dalmazio, i lavori per la riattivazione degli impianti (da alcuni mesi commissariati proprio dalla Regione, attraverso Eugenio Matronola) starebbero per partire; l'assessore ha rassicurato i lavoratori circa un imminente intervento per riavviare la piattaforma utilizzata per vagliare i rifiuti e sul fatto che la Regione abbia già stanziato i fondi per la riqualificazione del polo tecnologico, indispensabile per il corretto funzionamento dell'invaso e per il reintegro dei lavoratori in cassa integrazione. A tal proposito dei 57 ex dipendenti Sogesa 39 sono in cassa integrazione straordinaria fino a giugno, gli altri 18 avevano una cassa integrazione in deroga, che però è scaduta a fine dicembre. «Giovedì mattina la Provincia ci ha convocati per cercare di approvare cassa integrazione in deroga fino al 30 giugno», annuncia Amedeo Marcattili, segretario della Fp Cgil.

Della vicenda si interesserà prossimamente lo stesso consiglio regionale, dato che i consiglieri Maurizio Acerbo, Cesare D'Alessandro ed Antonio Saia hanno presentato un'interrogazione per fare luce sulla situazione dei lavoratori e sullo stato dei lavori nella discarica Cirsu. Comunque la protesta degli ex Sogesa non termina qui: nei prossimi giorni i lavoratori effettueranno delle manifestazioni nei Comuni che fanno parte del Cirsu, per sollecitare l'intervento dei sindaci affinché la riattivazione degli impianti e il riassorbimento dei lavoratori diventino delle realtà. Su questo punto battono anche i sindacati. «Il Comune di Giulianova l’ha già fatto e quello di Bellante l’ha previsto nell’appalto», osserva Marcattili riferendosi al riassorbimento diretto di alcuni lavoratori «ma gli altri non ci vogliono sentire: hanno dato in affidamento il servizio ad altre ditte, con personale proprio. L’obiettivo è che quantomeno alcuni Comuni, visto che stanno facendo appalto per il porta a porta, li riprendano. Gli altri andrebbe a lavorare per le aziende che gestirebbero polo tecnologico e discarica».

Intanto ieri il prefetto Valter Crudo ha convocato per 13 febbraio tutti i sindaci del consorzio, il presidente del Cirsu, Andrea Ziruolo e l’assessorato regionale all’ambiente per fare chiarezza sulle problematiche concernenti il polo tecnologico e la discarica. «Avevamo rivolto un appello al prefetto, che si è dimostrato molto sensibile alla problematica, perchè vogliamo chiarezza», conclude Marcattili. Solidarietà ai lavoratori è stata espressa da Chiara Di Stanislao, candidata al Senato nelle liste regionali del Partito comunista dei lavoratori, la quale ha auspicato che la protesta dei lavoratori possa fare luce sulla situazione in cui versa il Cirsu. (a.f.-s.p.)

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