Il padre giura: il nostro bimbo è vivo

23 Luglio 2011

Il piccolo non si trova e la madre continua a sostenere che è morto

ASCOLI. Proseguono le ricerche di J. il piccolo di due mesi e mezzo scomparso da giorni. Ieri pomeriggio il gip di Ascoli ha convalidato il fermo dei due genitori, la madre K.R. 25 anni originaria di Giulianova e il padre D.P. 30 anni di Nereto. La coppia, che vive a Folignano (Ascoli) è in carcere da giovedì all'alba. Abbandono di minore e maltrattamenti in famiglia che abbiano avuto come conseguenza la morte, nonché occultamento di cadavere in concorso: sono i reati indicati nel capo di imputazione per i genitori di J. scomparso «tra il 20 giugno e il 20 luglio», si legge nell'ordinanza del gip Carlo Calvaresi.

VERSIONI DIVERSE. L'unità della coppia ha iniziato a traballare già ieri mattina, quando il marito ha nominato un proprio legale. Accanto a Francesco Ciabattoni, che continua a rappresentare la madre, D.P. ha nominato Felice Franchi. Ma la frattura è apparsa evidente in sede di convalida dell'arresto. La madre ha ribadito al gip che il piccolo è morto durante un incidente domestico e che lei lo ha portato fino a Castel Trosino, a piedi (non guida), percorrendo dunque 20 chilometri, lasciandolo poi vicino al ciglio di una strada. Peraltro avrebbe raccontato - riferisce il legale - di essere stata violentata a 9 anni. Secondo il legale «la violenza subita potrebbe essere alla base delle vicende degli ultimi giorni». E' emerso anche che lo stesso J. non sarebbe figlio biologico di D.P., che però lo ha riconosciuto. Versione diametralmente opposta quella del marito. L'avvocato Franchi riferisce che avrebbe detto che «il bambino é vivo e si trova in una località ben precisa. La procura ha già avviato gli opportuni accertamenti». Circa la località, Franchi ha detto di non poterla rivelare. Il padre ha raccontato di ‹‹essere tornato a casa e di non aver più trovato il piccolo».

LE RICERCHE. Si allargano in Svizzera le indagini dei carabinieri. La procura ha presentato una rogatoria alle autorità svizzere per verificare la validità della pista che porterebbe a Ginevra dove risiede il fratellastro di K.R., prima dell'arresto fermata con una valigia. «La Svizzera é una pista attendibile, che stiamo verificando come le altre. Ma nel complesso è un caso delicato, che si riferisce ad un bambino e noi non vogliamo bruciare nessuna ipotesi. Al momento siamo in presenza solo di una speranza che sia vivo, non di una certezza», ha detto il comandante provinciale dei carabinieri di Ascoli Alessandro Patrizio. Intanto sono riprese ieri le ricerche nei boschi di Castel Trosino. Qui oggi arriverà un cane addestrato nella ricerca di persone, proveniente dalla Toscana. Ma pare poco probabile che il piccolo sia lì.

LE INTERCETTAZIONI. Ciabattoni ha smentito una frase che sarebbe stata intercettata: «Finalmente ce ne siamo sbarazzati. Siamo due menti criminali». «Non c'é niente del genere agli atti›› ha insistito, ‹‹qui siamo ancora nell'ambito dell'umano, non parliamo di animali».

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