Il sindaco va avanti, spedite altre 1400 multe

Un’altra batosta per gli automobilisti, ma il giudice ha già accolto quaranta ricorsi 

CANZANO. Il sindaco non si arrende, neppure l’ultimatum del prefetto Francesco Camerino di consegnargli migliaia di verbali gli fanno paura. Sono state spedite, e arriveranno da oggi nelle case, le ultime 1.400 multe dell’autovelox di Canzano, quelle relative al periodo gennaio-febbraio. Tutto si potrà dire, del sindaco di Canzano Francesco Di Marco, meno che nella vicenda della macchinetta piazzata sulla statale 150, che ha mietuto oltre 10mila multe prima di essere spenta perché dichiarata fuorilegge, non abbia mostrato coerenza.

E così, coerentemente, anche dopo il decreto di archiviazione delle multe da parte del prefetto e l’accoglimento di tutti i 40 ricorsi finora discussi davanti al giudice di pace (ma anche di quelli, centinaia, presentati in prefettura), e nonostante l’ultima intimazione del prefetto a fornire tutti i verbali per il loro annullamento, il sindaco e la sua amministrazione continuano per la loro strada. Forse sperano che qualche automobilista paghi senza fare ricorso, come tanti hanno fatto nei mesi scorsi, consentendo al Comune di incassare almeno una parte delle somme previste e di limitare i danni.

Forse li costringe a procedere il contratto stipulato con la ditta Sercom, che ha installato l’autovelox e ne gestisce l’attività in cambio di una percentuale sulle multe incassate. Forse è genuina convinzione di stare operando nel giusto. Di questo, nonostante le batoste prese strada facendo, si è sempre detto convinto il sindaco.

Sta di fatto che l’ultima infornata di verbali è partita e questo significa che a ruota partiranno altre centinaia di ricorsi: destinati di sicuro a gravare sulle tasche dei cittadini, dell’Erario e dello stesso Comune. E nei giorni scorsi, intanto, il giudice di pace ha accolto altri sette ricorsi presentati da Michele Petrosino, che nei mesi scorsi ha avviato la battaglia contro l’autovelox, per conto di altrettanti automobilisti. Nei ricorsi si punta soprattutto alla contestazione dell’infrazione. Secondo i ricorrenti su strade secondarie che attraversano i centri abitati, è il caso della statale 150 nel territorio di Canzano, non è possibile l’accertamento remoto della velocità dei veicoli. (d.v.)