Il Tar a Brucchi : apri quell’asilo

I giudici amministrativi accolgono il ricorso di una cooperativa assistita dal consigliere Di Pasquale

TERAMO. E’ uno scontro che si sposta dai banchi del consiglio comunale alle aule del Tar quello tra il sindaco Maurizio Brucchi e l’avvocato Manola Di Pasquale. L’esponente del Pd, consigliere comunale d’opposizione, nella sua veste di legale ha ottenuto dai giudici del tribunale amministrativo regionale dell’Aquila una prima vittoria contro un provvedimento con cui il Comune ha negato l’apertura di un micronido ad una cooperativa. Secondo l’ente la società non era in possesso di tutti i requisiti previsti dalla legge.

Non la pensano così i rappresentanti della coop che hanno presentato il ricorso al Tar (firmato dagli avvocati Di Pasquale e Roberto Renzi) ottenendo dai giudici la sospensiva del provvedimento in attesa della decisione nel merito. «Confidiamo nel fatto», commenta Manola Di Pasquale, «che dopo il pronunciamento del Tar il Comune riveda il suo giudizio anche perchè parliamo di un servizio utile e necessario alle famiglie teramane». Nel ricorso, infatti, i legali hanno allegato anche le graduatorie delle strutture pubbliche, scrivendo a questo proposito «che le strutture pubbliche e private attualmente esistenti sono piene e non possono accogliere altri bambini». Secondo i ricorrenti l’amministrazione comunale, in particolare, non avrebbe rilasciato l’autorizzazione per due motivi: i titoli di alcuni componenti e gli spazi esterni ritenuti non adatti. Motivi che nel ricorso sono stati respinti. «Tutti i titoli richiesti sono stati presentati», si legge nel ricorso, «è evidente che il mancato esame della suddetta documentazione ha indotto in errore gli uffici comunali, viziando inevitabilmente gli atti amministrativi adottati». E ancora: «gli uffici competenti dell’amministrazione hanno sostenuto, in via del tutto illegittima, che il locale che la cooperativa vorrebbe adibire a micronido non avrebbe avuto spazi esterni conformi alla normativa di riferimento. E’ evidente l’errore in cui sono incorsi gli uffici comunali, i quali hanno dimostrato di non aver esaminato la documentazione tecnica. Come risulta, invece, dagli atti lo spazio esterno è adiacente ed in continuazione con i locali dibiti al micronido, di dimensioni medie ove possono essere collocati giochi di plastica e arredo per il bambini. L’area è totalmente recintata ed è più grande rispetto allo spazio gioco presente nella struttura. L’uso di tale spazio esterno è stato autorizzato anche dalla società proprietaria del locale. Quanto poi al fatto che lo spazio esterno sia stato indicato come spazio condominiale minimo esterno ciò non significa che tale spazio non rispetti gli standards di sicurezza e strutturali previsti dalla normativa per l’esercizio dell’attività di micronido». I componenti della cooperativa hanno chiesto al Comune anche di essere risarciti per il periodo in cui l’attività resterà bloccata.(d.p.)

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