«Interrogatorio-tortura alla madre di Jason»

20 Maggio 2014

Ricorso a Strasburgo dell’avvocato della donna accusata di avere ucciso il figlio di due mesi

TERAMO. Rischia di essere condannata all'ergastolo insieme al marito Denny Pruscino per l'omicidio del piccolo Jason, il figlio di appena due mesi scomparso nel nulla nell'estate 2011 a Folignano. Ma il difensore di Katia Reginella, l'avvocato Vincenzo di Nanna, ha presentato ricorso alla Corte europea dei diritti dell'uomo accusando i pm di aver sottoposto la donna a quello che definisce un «interrogatorio-tortura», facendole mimare «la condotta omicidiaria del marito» con un bambolotto di plastica. Secondo il legale l'episodio, ripreso da un video, risale al 20 novembre 2011, durante le indagini preliminari. Nel carcere di Teramo, dove era rinchiusa, la donna viene interrogata dai pm ascolani Cinzia Piccioni e Carmine Pirozzoli. «Senza alcun preavviso e senza interpellare il difensore», racconta di Nanna, «la donna affetta da un significativo ritardo mentale certificato anche dall'ultima perizia cui è stata sottoposta su disposizione della corte d'Assise di Macerata viene spinta a mimare l'omicidio di Jason, materialmente posto in essere dal marito, con un bambolotto. Nel corso dell'orribile esperimento istruttorio l'accusata, costretta a rivivere il trauma sofferto, è stata colpita da un malore e i pm hanno dovuto sospendere l'interrogatorio».

La scena, dice il legale, «si è svolta all'interno di un carcere della Repubblica italiana, ma ricorda in tutto e per tutto gli interrogatori della Santa Inquisizione. Katia Reginella è stata offesa nella sua dignità umana e potrebbe aver subito danni permanenti alla sua salute mentale. Tanto che continuerà a curare il bambolotto ben oltre l'interrogatorio-tortura»Di qui il ricorso a Strasburgo in base all'articolo 3 della Convenzione del diritti dell'Uomo. Il processo a Reginella e Pruscino, accusati di omicidio volontario e soppressione di cadavere, riprenderà domani davanti alle corte d’assise di Macerata. mercoledì 21 maggio. Per entrambi la procura ha chiesto la condanna all'ergastolo e un periodo di isolamento diurno. Dal luglio del 2011 Reginella e Pruscino sono in carcere (lei a Teramo e lui ad Ascoli) per omicidio volontario aggravato ed occultamento di cadavere. Due anni e mezzo nel corso dei quali hanno dato versioni diverse dell’accaduto accusandosi e scaricando l’uno sull’altra le responsabilità del gesto.(d.p.)

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