La Piccola Opera licenzia 40 dipendenti

È la conseguenza del taglio dei fondi regionali. L’appello della Fp Cgil: «Intervengano D’Alfonso e Mastromauro»

GIULIANOVA. Quella che era una ipotesi dopo la riduzione dei finanziamenti regionali alla Piccola Opera Charitas è diventata una realtà: la Poc ha aperto la procedura di licenziamento per 40 dipendenti di cui 25 nel settore sanitario e 15 in quello amministrativo-ausiliario. A denunciarlo è Amedeo Marcattili, segretario della Fp-Cgil, il quale ha specificato che per i licenziamenti «la motivazione adottata dalla dirigenza della Poc è esclusivamente di natura economica». Marcattili, dunque, rivolge un appello al governatore Luciano D’Alfonso e al sindaco Francesco Mastromauro per scongiurare questa decisione. Il caso della Piccola opera è stato portato in consiglio regionale lo scorso marzo, durante un question time, dal consigliere Claudio Ruffini. All’epoca era Gianni Chiodi il presidente della Regione. Chiodi, allora, assicurò che i tagli alla Piccola Opera (tagli che hanno interessato tutte le strutture sanitarie regionali costrette, dal primo gennaio 2015, a far contribuire del 30 per cento le famiglie dei disabili ospitati, a seconda della prestazione) sarebbero stati minimi.

Alla fine, i tagli hanno portato al licenziamento di 40 lavoratori. La Piccola Opera, prima di Natale, ha completato l’adeguamento dei locali, come richiesto dalla Regione e, in passato ha più volte presentato diversi decreti ingiuntivi (dal 2009) contro la Regione stessa per ottenere il pagamento delle prestazioni erogate agli utenti Asl (in totale la Poc fornisce 240 prestazioni tra residenti, semiresidenti, domiciliati e ambulatoriali). «La Asl», scriveva il 5 novembre scorso la Piccola Opera in una nota, «da una parte pretende il rispetto del crono programma e dall’altra non riconosce le prestazioni che lei stessa autorizza, di fatto dimezzandole per il 2013 ed eliminandole per il 2014.

Prima ancora che in sede giudiziale qualcuno dovrà rendere conto alle oltre 350 famiglie coinvolte tra lavoratori e disabili assistiti». «Ci chiediamo», prosegue la Cgil, «come può la Regione ridimensionare i servizi di una struttura così importante e con un valore sociale che non ha riscontri nella nostra provincia? La Regione, nella persona del suo presidente, Luciano D’Alfonso, durante la campagna elettorale ha sempre affermato che l’eccellenza della Poc non sarebbe stata smantellata. Era solo uno slogan elettorale?».

La mannaia dei tagli, infatti, è scesa inesorabile sulla struttura giuliese, costretta quindi a licenziare. «Perché se c’erano problemi inerenti la riorganizzazione della Fondazione», ha continuato Marcattili, «non sono stati affrontati per tempo senza il rischio di far pagare colpe ai pazienti e ai lavoratori quando invece si dovrebbe investire, proprio per il delicato lavoro che svolge, sui suoi servizi, nel rispetto delle normative vigenti?». La Cgil si rivolge a D’Alfonso ma anche a Mastromauro. «Presidente D’Alfonso», si legge ancora nella nota, «le bugie hanno le gambe corte. Se le sue non erano solo promesse elettorali intervenga per risolvere la problematica della Piccola Opera Charitas. Sindaco Mastromauro, può la città di Giulianova far ridimensionare una struttura così importante? Possiamo permettere la perdita di 40 posti di lavoro? E soprattutto ora chi svolgerà i servizi agli utenti?» .

Margherita Totaro

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